Trevi nel Lazio – Terminati i lavori per la realizzazione del ponte di Comunacque. A breve si procederà all’inaugurazione. Sia il Parco dei Monti Simbruini, che i Comuni di Trevi nel Lazio e di Jenne sono stati interessati dalla realizzazione dell’opera, dividendosi i compiti. In particolare il Sindaco di Trevi, Silvio Grazioli, “ringrazia il Direttore del Parco, Dott. Carlo Di Cosmo, che insieme al presidente, Dott. Domenico Moselli, si è impegnato molto per il reperimento dei fondi, ed ha supportato costantemente il comune di Trevi, ed il comune di Jenne nella fase di progettazione e realizzazione dell’opera, grazie al finanziamento della Società regionale Lazio Crea”.
“In relazione ad alcune notazioni e polemiche che sono uscite sui social, è utile sottolineare – aggiunge il primo cittadino – che in questa fase si deve esser soddisfatti per la realizzazione dell’opera, nonostante la complessità della procedura autorizzativa, che ha previsto ben 12 autorizzazioni. E’ importante sottolineare che la Sovrintendenza ha obbligato i due comuni a fare una progettazione nella quale non si toccasse il ponte sottostante e, infatti, l’attuale ponte sovrasta di circa un metro quello precedente. La stessa Sovrintendenza ha sottolineato come l’arcata del ponte, in parte crollato, non sia composta da materiali nobili come pietra cardellina, bensì da terriccio amalgamato con argilla e piccoli sassi. La struttura è stata ristrutturata di fatto agli inizi del ‘900, a seguito della realizzazione dell’adiacente centrale elettrica. Questo lo possono notare anche tutti i cittadini, facendo le foto sulla parte restante del ponte per i materiali di cui è compostala stessa arcata. Mentre le strutture verticali del vecchio ponte sono costituite da pietre cardelline e rappresentano la parte medievale e storica dello stesso”. – Prosegue Grazioli.
“La realizzazione dell’opera è particolarmente importante per il territorio, perché è proprio lì che insistono i percorsi di importanti cammini e sentieri religiosi e naturalistici, come il cammino di San Benedetto, la via Benedicti, il cammino di San Pietro Eremita, il sentiero Coleman e, soprattutto, l’area archeologica legata all’acquedotto Anio Novus ed al vicino monastero di San Salvatore”.