L’onorevole Nicola Ottaviani (Lega), segretario della commissione Bilancio della Camera dei Deputati, è intervenuto nella trasmissione “Coffeè Break” in onda su La7. Durante il dibattito in studio, moderato dal conduttore Andrea Pancani, insieme a Claudia Fusani del Riformista, si è parlato di tanti temi tra cui l’alluvione in Romagna, la guerra in Ucraina, l’utilizzo dei fondi del Pnrr, i poteri di controllo della Corte dei Conti e il salario minimo.
Sull’alluvione in Romagna, l’onorevole Ottaviani ha rivolto un ringraziamento pubblico a “tutti coloro che, non essendo investiti di una funzione pubblica, di un incarico pubblico, in questi giorni si sono rimboccati le maniche per portare aiuto e sollievo alle popolazioni della Romagna duramente provate. Il Governo, da parte sua, si è già impegnato. È in pubblicazione, infatti, in Gazzetta Ufficiale il decreto che prevede una serie di aiuti, sostegni e ristori economici a favore sia dei lavoratori autonomi, sia di quelli dipendenti. In più, è prevista la sospensione di alcune scadenze fiscali e tributarie fino al 31 agosto, per non gravare ulteriormente sugli enti locali e sui cittadini in questa fase molto delicata di ripartenza”.
Sui poteri della Corte dei Conti, l’onorevole Nicola Ottaviani ha specificato che “come ha dichiarato il presidente stesso della Corte dei Conti, a margine dell’incontro con il Governo, non c’è alcun bavaglio alla magistratura contabile. Il percorso che è stato avviato è finalizzato a stabilire un perimetro certo di criteri e di tempi di intervento per evitare che l’attività amministrativa venga, in qualche modo, ingessata o rallentata nella sua esplicazione. E’ evidente che ciò non significa limitare il potere di controllo della Corte dei Conti e conferirne, al contempo, uno illimitato agli amministratori. Significa, semplicemente, armonizzare ruoli e attività per un’azione efficace ed efficiente dello Stato ai vari livelli”.
Parlando del conflitto russo-ucraino Ottaviani ha sottolineato che “la strada maestra da seguire è quella diplomazia, ma dove ciò non fosse possibile dobbiamo avere gli strumenti necessari per indirizzare il dibattito verso la pace. In questo periodo si è registrata una circostanza di carattere storico: l’Ue, forse per la prima volta dalla sua fondazione, ha assunto una decisione diretta di responsabilità sulla questione degli armamenti senza precedenti. E su questo dobbiamo essere chiari: dotarsi di armamenti non significa alimentare necessariamente il conflitto, ma vuol dire, come ci insegnavamo gli antichi romani, si vis pacem para bellum”.
Sulla questione del salario minimo l’onorevole Ottaviani ha detto che “una recente direttiva europea ha stabilito che il ricorso al salario minimo dipende dai livelli di contrattazione collettiva presenti in ogni Stato. La soglia di riferimento è quella dell’80%: al di sotto si può fare un ricorso maggiore, al di sopra minore. L’Italia si attesta intorno al 90% con tutto ciò che ne consegue in termini di margini di manovra su questo punto, poiché nella stragrande maggioranza dei casi il salario previsto dalla nostra contrattazione collettiva supera i 9 euro l’ora, contemplati dall’ipotesi del salario minimo, rischiando così di fare un danno al lavoratore”.