È corretto affermare che ogni tipo di pesce è contaminato dal mercurio? La Asl di Frosinone risponde. “Il rischio di trovare livelli di mercurio pericolosi per il nostro organismo riguarda soltanto alcune tipologie di pesce e specifiche categorie di consumatori. In Italia, comunque, l’importazione e la commercializzazione di prodotti di origine animale sono attentamente controllate”.
“Il mercurio – proseguono dalla Asl – rappresenta un inquinante ambientale che tende ad accumularsi nei pesci e nei molluschi attraverso un processo noto come “biomagnificazione”: ciò significa che il contenuto di mercurio nei pesci predatori di grandi dimensioni e più anziani, come pesce spada, squalo e tonno, risulta maggiore rispetto a quello presente nei pesci più piccoli. Pertanto, si raccomanda di consumare pesce 2-3 volte a settimana. Tuttavia, i limiti di mercurio consentiti negli alimenti vengono rigorosamente verificati alla frontiera e durante tutte le fasi che precedono la commercializzazione. In virtù delle sue proprietà nutritive, sarebbe sbagliato ed eccessivo eliminare completamente il pesce dalla propria dieta: Il pesce è infatti ricco di proteine facilmente digeribili, e costituisce una fonte preziosa di vitamine del gruppo B, D e A, nonché di acidi grassi omega-3 che apportano benefici al cuore”.
“È dunque consigliato non escluderlo completamente, ma imparare a consumarlo in modo variegato, scegliendo differenti specie e preparazioni”. – Concludono gli esperti.