Pasqua, 6 film da vedere per soddisfare ogni gusto: dal classico del periodo all’horror

Una lista di pellicole adatte a qualsiasi tipo di situazione e gusto personale per trascorrere piacevolmente qualche ora davanti lo schermo

Nel weekend di Pasqua, tantissimi di noi avranno certamente più tempo da trascorrere in casa, in famiglia o con gli amici. E magari anche quello per rilassarsi un paio di ore davanti lo schermo, mangiando un pezzetto di cioccolato rigorosamente dell’uovo pasquale o, per i più audaci, pasticci salati avanzati dal pranzo in attesa che si faccia l’ora giusta per un aperitivo e/o una cena disimpegnata. Quel che è certo, è che se avete voglia di guardare un film adatto al periodo, ma anche alla situazione e ai vostri gusti, in questo articolo vi propongo una lista di 6 opere da cui magari pescare qualcosa per passare il tempo in questo fine settimana di vacanza. I miei consigli hanno cercato di spaziare tra i generi e l’impegno stesso richiesto dalla visione, proponendovi opere senza tempo ma anche ‘chicche’ semisconosciute. Quel che è certo è che non troverete citata ‘La passione di Cristo’ di Mel Gibson che, a mio umile parere, trovo un film ‘furbetto’ e aggiungo last but not least, pacchiano e anche inconcludente. Sulla pellicola-scandalo, molto insincera e parecchio lucrosa, penso che al di là del fumo buttato negli occhi e del fatto che il regista abbia attinto dai diari della suora agostiniana Anne Emmerich, ce ne sia davvero tanto da dire, ma non è certo questa la sede opportuna. Quindi, bando alle ciance e giù con la Six Easter List!

1 – Per una Pasqua in famiglia

Adatto a grandi e piccini, per un pomeriggio o una sera in famiglia, consiglio ‘Il Principe d’Egitto‘. Si tratta di un film d’animazione del 1998 tratto dal Libro dell’Esodo. Questo “cartone”, maestoso e raffinato, all’epoca d’uscita fu il più costoso della storia. Un’opera che risulta perfetta per raccontare la vicenda di Mosè e dell’Esodo ai più piccoli, riuscendo a coinvolgere facilmente anche il pubblico adulto. Si narra la schiavitù del popolo ebraico sotto gli egizi e della Liberazione per mano di Dio, che viene festeggiata nella Pasqua ebraica. Sicuramente un modo per far conoscere la festività pasquale ai bambini in maniera tutt’altro che noiosa. Il principe d’Egitto è stato concepito appositamente, al netto di alcune inevitabili licenze poetiche, per rispettare lo spirito del testo biblico, con apposite consulenze di esponenti delle fedi religiose maggiori (al termine dei titoli di coda vengono riportati passaggi relativi a Mosé tratti dalla Bibbia ebraica, dal Nuovo Testamento e dal Corano). Tra i vari riconoscimenti ricevuti la pellicola si è anche guadagnata un Oscar alla miglior canzone (When You Believe cantata da Whitney Houston e Mariah Carey) rimasta impressa nell’immaginario. Realizzato dalla DreamWorks Animation, resta un pilastro del periodo.

2 – Per una Pasqua…hippie!

Non possiamo non pensare al successo planetario di ‘Jesus Christ Superstar’: un’opera rock tratta dall’omonimo musical di Broadway su Gesù, con una colonna sonora indimenticabile, capace di conquistare qualunque generazione. L’autore dei testi, Tim Rice, e della musica, Andrew Lloyd Webber, hanno saputo raccontare l’ultima settimana della vita di Cristo in modo assolutamente originale. Un film, questo diretto da Norman Jewison, che porta sulle spalle la veneranda età di 51 anni senza dimostrarli minimamente. Il cult, da molti considerato eterodosso ed irriverente fino all’eccesso, è invece una delle rivisitazioni più umane e meno divine della figura di Cristo. Raccontare gli ultimi sette giorni di Gesù sulla terra in chiave hippie è la grande intuizione del regista. E così ci troviamo davanti un lungometraggio con una visione tutt’altro che cattolica e ridondante della storia di Gesù, totalmente umanizzata e vicina a quelle che era la gioventù degli eccessi degli anni ’70. Cristo affronta la morte imminente come un essere umano, con dubbi e perplessità che non hanno nulla di trascendentale. C’è poi Giuda Iscariota, il quale si impone sulla scena rubando lo spazio a chiunque, l’unico razionale e coerente, colui che vede il suo destino già scritto e ne soffre, perché sa già quale sarà il suo ruolo all’interno della vicenda. E c’è anche Maria Maddalena, splendida creatura dalla femminilità intensa, investita da una dolcezza che la esula dal suo ruolo già decretato di prostituta redenta. È un film pieno di citazioni della cultura hippie e di simbolismi, con un’interpretazione collettiva che resterà nella storia e con una soundtrack pazzesca.

3 – Per una Pasqua…controversa

Come sarebbe stata la vita di Gesù se avesse scelto di vivere come un uomo qualunque, invece di seguire il destino della croce? Se lo domanda il maestro Martin Scorsese, coadiuvato dal grande Paul Schrader alla sceneggiatura nel drammatico ‘L’ultima tentazione di Cristo’. Alla sua uscita, dopo una lunga fase di progettazione durata 5 anni, nel 1988, la pellicola fu boicottata, soprattutto negli Stati Uniti, addirittura con picchetti da parte dei fanatici (e non?) religiosi, e fece parecchio scandalo. Questo perché la non dogmaticità dell’operazione destò la critica preventiva di una buona fetta del mondo cattolico, convinto di dover di dover salvaguardare i privilegi di una dottrina ritenuta indiscutibile. Tra gli episodi che hanno alzato un vespaio figurano quello del postribolo di Maddalena, dove svolge la professione di prostituta, il matrimonio ‘consumato’ di Gesù e Maddalena, la relazione aperta con le sorelle di Lazzaro. Provocazioni al limite del blasfemo, agli occhi di quei credenti che piuttosto aspirano al pudore e al riserbo reverenziale; virtuosismi iperrealistici concentrati su quanto si vuole mostrare senza ricorrere a ellissi o a metafore suppletive, stilemi cari a Scorsese e allo sceneggiatore Schrader, se visti con occhi critici e smaliziati. La storia è conosciuta, la rappresentazione meno: sbalordisce. E con la sorpresa scaturiscono interrogativi plausibili che aprono i “se” delle possibilità e delle domande che spesso come comuni mortali, credenti o meno, ci poniamo. Quello che resta a noi, con buona pace di censori e moralisti, è una grande opera, coraggiosa, stilisticamente e visivamente perfetta, e che lascia il segno. Uno Scorsese più che mai ispirato. A completare il capolavoro, un cast ‘da paura’: un Willem Dafoe, allora 33enne (coincidenza?), e un Harvey Keitel che riesce a dare uno spessore enorme al ruolo di Giuda, fondamentale fin dal libro stesso. Completano il mix una sensuale Barbara Hershey e, in una piccola parte, David Bowie/Ponzio-Pilato. Da menzione anche le splendide musiche di Peter Gabriel.

4 – Per una Pasqua d’autore

Non potrebbe mancare tra i miei personali suggerimenti la poetica di Pier Paolo Pasolini e il suo indimenticabile ‘Vangelo secondo Matteo’. Un capolavoro sacrosanto, che dal 1964 continua a stordire, avvincere, commuovere. Una pellicola mandata sul rogo come eretica, per il semplice fatto di aver tratteggiato il Cristo uomo, accompagnando gli occhi espressivi e gli anatemi con i Canti Rivoluzionari Russi (insieme ai pezzi immortali di Bach, Mozart, Prokofiev, Webern in un puzzle eccentrico e da oscar come solo Bacalov avrebbe potuto fare). Colpevole apparentemente di aver desacralizzato il sacro, nella visione l’equivoco si dissolve in poesia materializzando il contrario dell’asserto: ossia Pasolini che innalza a dimensione narrativamente divina il dipanarsi di una storia viva e pulsante. Il suo Cristo rivoluzionario che urlava alla folle, che biasimava dotti, ricchi e farisei, proclamava l’appartenenza del Regno dei Cieli ai poveri dal cuore puro. Sembra paradossale, ma il più appassionante, accorato e amaro ritratto del Figlio di Dio arriva dalla freccia scoccata da un ateo marxista. Pasolini riporta Dio fra gli uomini, lo riconduce alla semplicità, restituisce la figura “mitica” ai comuni rispettandone, però, l’aurea sacra e lo spirito molto più di tutti quegli autori “farisei” che l’hanno immortalato con prosopopee spettacolari, celebrative, acritiche, piegate all’iconografia tradizionale. La macchina da presa si muove libera e anarchica pur vivisezionando volti e rughe, con la provocazione di una Maria anziana, aggiungendo inquadrature a campo lungo che mostrano la bellezza dei paesaggi. Ottimo il comparto attoriale soprattutto in vista del fatto che Pasolini, ispirato dalla corrente Neorealistica appena superata, scelse gli attori dalla strada e molti di questi alla loro prima esperienza sul set. Da citare Enrique Irazoqui, che interpreta un Gesù diverso dai canoni classici ma ugualmente emozionante e convincente. Una visione da cui se ne esce a pezzi come la Gerusalemme che condanna a morte il Figlio di Dio.

5 – Per una Pasqua…horror!

Già solo per il richiamo diretto al cult Faster, Pussycat! Kill! Kill! di Russ Meyer, amato da registi del calibro di John Waters e Quentin Tarantino, meriterebbe di essere visto. ‘Easter Bunny, Kill! Kill!’ è un divertissement per chi non si aspetta certo di guardare una pietra miliare del genere, ma di trascorrere un po’ di tempo con fotogrammi imbrattati di sangue, seghe circolari, martelli spappola-ossa e sa godere di progetti indie e a bassissimo budget. La trama è molto semplice: la storia è incentrata su un serial killer con una maschera da coniglio, il quale inizia a seminare terrore pur di soddisfare la sua sete di sangue. Sono diversi elementi disturbanti, presenti all’interno della pellicola, a renderla un gioiellino del trash. Tra abuso di stupefacenti, pedofilia, turpiloquio, personaggi dalla moralità discutibile (a partire dallo stesso coniglietto pasquale). Il tutto contribuirà a rendere il giorno di Pasqua decisamente insolito. Lo slasher, datato 2006, a firma del regista Chad Ferrin, è davvero un concentrato di violenza e nonostante non sia un film che brilli per sceneggiatura, fotografia o altri elementi squisitamente tecnici potrebbe diventare precursore di un sottogenere di B-movie: possiamo parlare di easterexploitation? Chissà. Intanto un piccolo plauso di incoraggiamento al cast principale: Remington è detestabile e facile da odiare, il che è merito del modo in cui Timothy Muskatell lo interpreta. Allo stesso modo, l’equilibrio tra la gentilezza e l’ingenuità di Charlotte Marie e l’innocenza di Ricardo Gray risplendono brillantemente ovunque. Non si può dire lo stesso dei comprimari, ma chissenefrega! Questa è roba per ‘cultori del settore’ che amano proprio non badare a quisquiglie e sottigliezze e sono pronti ad un’esperienza…pruriginosa!

6 – Per una Pasqua dolce-amara

Una commedia dai toni anche amari e che completa la lista per chi è alla ricerca di un film che faccia riflettere ma anche strappare un sorriso, con quella eleganza tipica dei fasti di un grande passato, non potrebbe che essere ‘Prima Comunione’ di Alessandro Blasetti (1950). Supportato da un Aldo Fabrizi a dir poco magistrale e diretto con mano sapiente dal maestro, la pellicola è una perfetta commistione tra commedia e neorealismo che però in un certo senso supera. Si narra della mattinata di Pasqua travagliata di un commendatore che deve ritirare il vestito della prima comunione di sua figlia. Gliene succederanno di tutti i colori, e sarà costretto ad affrontare contrattempi di ogni tipo. Il commendatore interpretato da Fabrizi è particolarmente azzeccato nella sua pretesa di risolvere ogni problema estraendo il portafoglio, sintomo ancora ai “primordi” di un’Italia pronta a farsi travolgere dal consumismo frenetico, quale è al giorno d’oggi anche una festa religiosa. La storia mira a sottolineare le tipiche manie della borghesia in ascesa nel dopoguerra, ma anche la scarsa sensibilità nei confronti del prossimo e la tendenza a essere guardinghi verso gli altri. La narrazione è affidata a un composto Alberto Sordi, che racconta la vicenda senza enfasi, anche se da occhio onnisciente induce lo spettatore a prendere le sue posizioni sull’andamento della storia e sul comportamento dei personaggi. A metà tra il comico e il drammatico, attraverso l’esaltazione della quotidianità, nello stile tipico di Blasetti, ma anche grazie all’attenzione alle piccole cose propria di Zavattini, per anni sceneggiatore di De Sica, ‘Prima Comunione’ può reputarsi un classico della nostra cinematografia.

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Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli, giornalista pubblicista, specializzata in sport ma con una passione anche per musica, cinema, teatro ed arti. Ha collaborato per diversi anni con il quotidiano Ciociaria Oggi, sia per l'edizione cartacea che per il web nonché con il magazine di arti sceniche www.scenecontemporanee.it. Ha lavorato anche come speaker prima per Nuova Rete e poi per Radio Day, e presentatrice di eventi. Ha altresì curato gli uffici stampa della Argos Volley in serie A1 e A2 e del Sora Calcio.

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