“Parità di genere: perché la certificazione?”, la Camera di Commercio al fianco delle donne

Ieri, presso la sede camerale di Frosinone, il seminario informativo per ridurre il divario di genere sul lavoro

“Parità di genere: perché la certificazione?”, questo il tema al centro del dibattito nel corso del seminario tenutosi nella mattinata di ieri, 11 luglio, presso la sede frusinate della Camera di Commercio Frosinone Latina. Un evento organizzato dall’Azienda Speciale Informare, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per la Pari Opportunità – Italiadomani e Unioncamere.

Il Sistema di certificazione della parità di genere rientra nella Missione 5, Componente 1 “Politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione” del PNRR (Investimento 1.3), che mira a promuovere una maggiore presenza delle donne nel mercato del lavoro, per migliorare la coesione sociale e territoriale e per la crescita economica del Paese. Un Sistema volto ad incentivare le imprese nell’adozione di policy adeguate a ridurre il gender gap ed il gender pay gap.

A fare gli onori di casa il Presidente di SiCamera e Camera di Commercio Frosinone Latina, Giovanni Acampora: “Quella che oggi presentiamo è un’azione promossa e voluta dall’intero sistema camerale Un’azione che è stata messa in campo perché le evidenze dimostrano l’urgenza di intervenire per cambiare passo. I recenti dati pubblicati dai principali osservatori socio-economici (Banca d’Italia, Istat, Open polis) riportano l’attenzione sulla disparità salariale, sul gap di partecipazione delle donne alla vita politica, sulla bassa presenza delle donne nel mercato del lavoro. Riconoscere il giusto ruolo economico e sociale alle donne è un fattore chiave per la crescita del nostro Paese: l’Istituto Europeo per la Parità di Genere (EIGE) stima che una maggiore uguaglianza di genere per l’Italia può portare ad un incremento di circa il 12% del PIL entro il 2050. Il percorso per l’equità di genere impone di affrontare un cambiamento, prima di tutto culturale, di cui abbiamo bisogno per superare i ritardi rispetto ai nostri competitor. Non a caso, l’Italia si colloca al 79° posto (su 146 Paesi) nella graduatoria riferita al divario di genere che annualmente pubblica il World Economic Forum (Global Gender Gap 2023 -pubblicato il 20 giugno scorso) e ha perso 13 posizioni rispetto all’anno precedente. Lo stesso studio segnala che, al ritmo attuale, la parità di genere nel mondo sarà raggiunta non prima del 2154: ci vorranno 131 anni. Appare evidente, dunque, che il tema della parità di genere sia una sfida che dobbiamo affrontare insieme sin da subito per far crescere il nostro Paese e i nostri territori”. – Ha affermato Acampora.

Ad approfondire il tema della certificazione e della promozione della parità di genere, Gianluca Puliga, Dirigente Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità: “Siamo davanti ad una necessaria riforma culturale del nostro Paese. L’idea della certificazione della parità di genere nasce ancor prima dell’avvio del Pnrr ma grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza siamo riusciti ad attivarla rendendola concreta. Parliamo di una certificazione che mira a ridurre il divario di genere in tutte quelle aree maggiormente a rischio sul mercato del lavoro. Si è deciso di introdurre questo sistema su base volontaria e non obbligatoria, mirando ad incentivare le imprese ad adottare policy per ridurre il divario di genere con un rilevante sistema di agevolazioni e contributi”.

Un focus sull’impegno del sistema camerale per la parità di genere è stato poi proposto da Tiziana Pompei, Vice Segretario Unioncamere e Direttore generale Si.Camera: “Quello che oggi presentiamo è un progetto innovativo guardato con attenzione a livello europeo. Parliamo di una concreta opportunità di crescita delle aziende, poiché la parità è essa stessa un valore che genera crescita. Se si incentiva il lavoro delle donne, come mostrano i dati dei quali disponiamo, si arriva ad un reale sviluppo. Gli stessi dati parlano, però, di una distanza culturale da parte delle imprese verso queste tematiche. Ed è proprio su questo che dobbiamo lavorare, su un cambio di passo culturale. L’impresa certificata, inoltre, è più affidabile e competitiva e questo può essere un vantaggio per le PMI stesse, anche in tema di accesso al credito. Dove c’è presenza equilibrata di uomini e donne le performance migliorano, per centrare questi obiettivi siamo al lavoro come sistema camerale al fianco delle imprese”.

Il sistema di certificazione della parità di genere e la struttura degli incentivi nazionali sono stati illustrati da Antonio Romeo, Direttore Dintec: “Gli ultimi dati ISTAT mettono in luce quello che è il gender gap da un punto di vista occupazionale e retributivo. Per questo è stato necessario seguire una prassi di riferimento per raggiungere la certificazione della parità. Una prassi che ha un approccio modulare in relazione agli indicatori richiesti alle imprese, in base alla categoria di grandezza alla quale appartengono. Uno strumento che così non diventa complesso, in particolar modo per le PMII. E questo è fondamentale per agevolare tutte le aziende ad aderire al sistema di certificazione della parità di genere, così come lo è il sostegno economico per il rilascio della certificazione stessa”.

La certificazione accreditata a fronte della UNI/PdR 125:2022 è stata spiegata da Gianluca Di Giulio, Responsabile Relazioni istituzionali e esterne Accredia: “Con la Certificazione della Parità di Genere secondo la UNI/PdR 125:2022 le aziende sono ora in grado di definire i temi da trattare per supportare l’empowerment femminile all’interno dei percorsi di crescita aziendale e nello stesso tempo evitare stereotipi, discriminazioni e ri-orientare la cultura aziendale in modo che possa essere sempre più inclusiva e rispettosa delle competenze femminili”.

Del legame tra certificazione di parità di genere e finanza ha parlato Paola Di Pietro, Consulente patrimoniale: “I 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Ue toccano molto la tematica della parità di genere. La certificazione non è un’imposizione per le aziende ma un volerle guidare verso un cambiamento che porterà ad uno sviluppo culturale, sociale ed economico. Un’azienda certificata è più appetibile e finanziariamente ritenuta più solida. Questo comporta un accesso al credito facilitato, in particolare modo per le PMI”.

A riportare la testimonianza delle imprese già certificate è stato Daniele Del Monaco, Presidente di Parsifal, Consorzio di Cooperative Sociali, primo certificato in provincia di Frosinone: “La prova di quanto sia significativa la certificazione è qui con noi oggi. Ed è Annalisa Casino, Presidente della Cooperativa laziale Eticae – Stewardship in Action e Presidente della Commissione Pari Opportunità di Legacoop Nazionale che ha seguito da vicino il percorso di certificazione del Consorzio Parsifal. La prova dei dati illustrati fin qui, che parlano di crescita esponenziale a seguito della certificazione, sta nel fatto che quello che 25 anni fa era nato come Consorzio tra le province di Frosinone e Latina, oggi ha natura interregionale e si sta aprendo al nazionale. La vera crescita è data dal saper vedere la “diversità” come ricchezza”. A commentare le attività per la promozione di una cultura non stereotipata portate avanti dal Consorzio è stata proprio la Casino.

Un dibattito, moderato dalla giornalista Giulia Abbruzzese, che ha toccato tutti i temi salienti legati alla certificazione della parità di genere. Perché, come ha affermato il Presidente Acampora in conclusione dei lavori: “Le imprese certificate sono portatrici sane di un modo diverso di fare impresa”.

L’obiettivo dell’Italia è la certificazione di almeno 800 imprese (di cui almeno 450 PMI) – entro il secondo trimestre 2026 e per fare questo sono stati previsti dei contributi a copertura dei costi della certificazione. L’impegno del sistema camerale resta, però, fondamentale per accompagnare le imprese in questo percorso. A settembre l’evento verrà replicato a Latina e, con l’occasione, verrà presentato il bando con le ‘istruzioni pratiche’ per la presentazione della domanda da parte di tutte le imprese interessate.

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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