Pandemia, più di otto italiani su dieci si sono imbattuti in fake news 

Il report degli ultimi due anni. Oggi due persone su tre hanno avuto a che fare con notizie false sulla guerra in Ucraina

Pandemia e fake news – La cronaca degli ultimi mesi ha dimostrato che bisogna abituarsi al susseguirsi di emergenze planetarie imprevedibili e inimmaginabili, in cui la comunicazione gioca un ruolo fondamentale nella rappresentazione della realtà e incide fortemente sulla formazione delle opinioni e sull’orientamento dei comportamenti individuali. La tanta informazione di questi mesi si è accompagnata a false notizie e disinformazione: il 57,7% degli italiani lamenta di avere un’idea molto o abbastanza confusa di quello che sta succedendo nella guerra tra Russia e Ucraina. L’83,4% dichiara che negli ultimi due anni si è imbattuto in notizie false sulla pandemia e il 66,1% in fake news sulla guerra in Ucraina. Il pubblico delle fake news è enorme e la loro viralità supera quella delle notizie vere. A fotografare la situazione è il Secondo Rapporto Annuale Censis-Ital Communications sulla buona comunicazione dell’emergenza quotidiana, presentato questo pomeriggio presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, a Roma.

COME SI INFORMANO GLI ITALIANI

Secondo il Rapporto, il 64,2% degli italiani ritiene che durante l’emergenza sia stata privilegiata la spettacolarizzazione e la voglia di fare audience piuttosto che un’informazione tesa alla comprensione dei problemi. Di fronte alla confusione informativa il 45,5% degli italiani si rivolge a fonti informali di cui si fida di più, ma è in questi ambienti che si producono e diffondono notizie false attraverso post, like e condivisioni. Tra le persone di cui gli italiani si fidano, anche come fonti informative, ci sono gli influencer: il 38,1% segue le loro opinioni e analisi sulla guerra.

LA ‘FAME’ DI NOTIZIE DEGLI ITALIANI

Il Rapporto nasce all’interno dell’Osservatorio permanente Censis-Ital Communications sulla comunicazione e sulle agenzie di comunicazione. La ricerca evidenzia come il susseguirsi di emergenze imprevedibili generi una domanda di informazione dalla quale nessuno è escluso. Secondo i dati, infatti, il 97,3% degli italiani nell’ultimo anno ha cercato notizie su tutte le fonti disponibili, off e online­­.

L’INFORMAZIONE TRA VECCHI E NUOVI MEDIA

In particolare, 41 milioni di italiani si sono informati sui media tradizionali. Nel biennio 2019-2021 gli utenti del web sono aumentati di 4,2 punti percentuali e sono l’83,5% della popolazione. Milioni di persone hanno poi utilizzato social media e messaggistica istantanea, diventando essi stessi protagonisti e moltiplicatori di quello che leggevano e ascoltavano. Sono oltre 7 milioni gli italiani che hanno costruito un palinsesto informativo fatto solo di media online, siti web e social media. La comunicazione ha dunque un ruolo fondamentale nella rappresentazione della realtà e i professionisti del settore sono essenziali per ridurre il rischio di fake news.

COME FRENARE LA DISINFORMAZIONE

Per frenare disinformazione e fake news occorre dunque attuare regole più severe per piattaforme e social media, programmi di educazione al digitale e promozione di una comunicazione di qualità gestita da professionisti. Le emergenze insegnano che la capacità di comunicare è essenziale per gestire le crisi e ottenere un rapporto di collaborazione e di fiducia fra cittadini e istituzioni. C’è bisogno di professionisti che guidino le aziende e le istituzioni nella comunicazione. Il loro ruolo è fondamentale per combattere fake news e disinformazione. Nel 2021 in Italia sono attive 4.445 agenzie di comunicazione e pubbliche relazioni, al cui interno lavorano 8.290 professionisti, per una media di circa due addetti per ciascuna agenzia.

VALERII (CENSIS): “WEB E SOCIAL ORMAI PROTAGONISTI DELL’INFORMAZIONE”

“Con il Covid prima e con la guerra poi, web e social sono entrati a pieno titolo all’interno dell’ecosistema dell’informazione, e ci resteranno anche nel futuro. I professionisti dell’informazione devono prenderne atto e cercare i modi per influenzare positivamente il web che è e deve rimanere uno strumento di libertà e di democratizzazione“, sottolinea Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

Per Alberto Barachini, presidente della Commissione di Vigilanza Rai: “Dobbiamo lavorare tuti insieme, istituzioni e testate giornalistiche, con il fine di certificare le fonti ed offrire al cittadino delle informazioni serie e corrette per evitare il diffondersi di ‘fake news’. Il servizio pubblico dovrebbe essere l’attore principe considerato che svolge un ruolo fondamentale. In tal senso, gli opinionisti e gli esperti coinvolti nei salotti televisivi devono essere preparati e garantire informazioni di qualità per non generare confusione comunicativa”.

Giuseppe Moles, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria e all’informazione, ha dichiarato: “Ringrazio il Censis e Ital Communications per aver presentato questo Rapporto da cui emergono dati molto interessanti e che possono fornire nuovi spunti. L’informazione va difesa in quanto rappresenta un interesse nazionale, ma non va indirizzata. In tal senso, l’impegno del Governo è quello di sostenere l’intera filiera per rispondere alle sfide di un mondo che è profondamente cambiato. Si può contrastare la disinformazione solo attraverso la collaborazione di tutti gli attori del sistema a partire da famiglie, scuole e istituzioni”.

Domenico Colotta, founder di Ital Communications, ha dichiarato: “Il Rapporto Censis-Ital Communications, anche nell’edizione di quest’anno, rileva che in campo informativo siamo in presenza di un’infomedia comunicativa che genera confusione e ansia, avendo la meglio sulla corretta informazione. In questi mesi, infatti, riguardo il conflitto russo-ucraino, possiamo parlare di comunicazione di guerra e non di informazione sulla guerra”.

“In tale contesto – ha spiegato Attilio Lombardi, founder di Ital Communications – le agenzie di comunicazione possono certificare, utilizzando fonti affidabili e verificate, la correttezza delle notizie che producono e distribuiscono. Tutto ciò è una garanzia per il funzionamento delle moderne democrazie, oltre che per la tutela della dignità delle persone”.

Per Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano: “La libertà di stampa è un principio cardine che rappresenta anche la cartina al tornasole della democrazia. Ma la libertà senza responsabilità è parziale. Il Rapporto impone a noi comunicatori una riflessione autocritica. L’informazione sembra ormai disgregata e affidata all’arbitraggio del singolo, pertanto occorre interrogarsi sull’importanza di recuperare il ruolo della comunità”.

Fonte www.dire.it (Agenzia di Stampa Nazionale)

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Giornale digitale fondato nel 2022 con l’intento di offrire al territorio “Una voce oltre la notizia”. Nasce dall’esigenza di un gruppo di giornalisti ed esperti di comunicazione di creare un canale di informazione attendibile, laico e indipendente che dia voce ai cittadini, alle imprese, ai lavoratori, agli studenti…

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