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Operazione “sgombero” al Casermone, la compagna del killer di via Aldo Moro tra gli occupanti abusivi

Nell'ambito del servizio, la Polizia ha notificato anche un decreto di sgombero, esecutivo tra 30 giorni, alla compagna di Mikea Zaka

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Frosinone – Operazione di sgombero degli alloggi Ater occupati abusivamente al Casermone. Dalle prime luci dell’alba gli appartamenti di edilizia residenziale pubblica sono stati liberati grazie ad un intervento degli agenti della Questura di Frosinone, di concerto con la Prefettura. Nell’ambito del servizio, la Polizia ha notificato anche un decreto di sgombero, che diventerà esecutivo tra 30 giorni, alla compagna – o ex – di Mikea Zaka, il 23enne albanese in carcere dallo scorso 9 marzo a seguito della sparatoria mortale di via Aldo Moro. La ragazza, che vive nell’appartamento occupato abusivamente, insieme al figlio piccolo, dovrà dunque lasciare l’abitazione tra circa un mese.

In quella casa, stando a quanto ricostruito, si era stabilita prima della sparatoria avvenuta allo Shake. Da lì, da quell’agglomerato di cemento da sempre zona di spaccio, Zaka avrebbe gestito il traffico di droga che potrebbe aver portato al diverbio con i connazionali albanesi finito nel sangue. A cadere sotto i colpi esplosi, lo ricordiamo, Kasmi Kasem, 27 anni albanese, mentre suo fratello e altri due connazionali rimasero feriti. Zaka, braccato dalla Polizia, si presentò in Questura accompagnato dal suo legale poche ore dopo la sparatoria per confessare.

Le immagini del sistema di videosorveglianza del locale e le telecamere comunali avevano ripreso l’intera sequenza inchiodandolo. Il killer e altri connazionali erano seduti ad un tavolino esterno quando, su via Aldo Moro, era transitata la Lancia Y con a bordo Kasem e i suoi. Uno scambio di sguardi e qualche gesto era bastato ad accendere la miccia. L’epilogo è purtroppo tristemente noto ed ha segnato le pagine di cronaca della provincia per sempre. Dopo aver visto arrivare il gruppo di Kasem, Mikea Zaka aveva impugnato la pistola e aperto il fuoco. Inutili i soccorsi per il 27enne albanese. Il suo corpo rimase sull’asfalto coperto da un telo, sotto gli occhi attoniti delle centinaia di giovani e famiglie che in affollavano i locali della movida in quello che avrebbe dovuto essere un normale sabato sera.

Agli investigatori Zaka ha raccontato la sua versione dei fatti affermando di essersi difeso. Da quel 9 marzo le indagini della Squadra Mobile sono andate avanti nel massimo riserbo. Nel frattempo il giovane si trova ancora rinchiuso in carcere in attesa del processo a suo carico.

Missione sicurezza

Nell’ultimo mese e mezzo Frosinone è stata blindata. Intensificati i controlli su ordine del Questore Domenico Condello. Quella di questa mattina è solo l’ultima di una lunga serie di operazioni messe in atto nel capoluogo che hanno un unico obiettivo: garantire sicurezza e legalità. Il Casermone è stato passato al setaccio più volte. Molti degli esponenti delle famiglie albanesi che gestivano il mercato della droga si sono dovuti allontanare. Gli affari illeciti della criminalità straniera, che credeva di aver monopolizzato il territorio, hanno subito un duro colpo. La linea adottata continuerà, almeno per il momento, ad essere la stessa: controlli serrati e nessuna tregua per la criminalità organizzata.

*AGGIORNAMENTO: l’operazione si è da poco conclusa. Al momento, stando a quanto trapelato, sono quattro gli immobili sgomberati. Sequestrati anche 300 grammi di sostanza stupefacente.

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