Paliano – Omicidio Willy Monteiro Duarte. Sono stati discussi ieri, davanti alla I sezione penale della Suprema corte, i ricorsi contro la sentenza emessa dalla Corte d’assise d’Appello di Roma depositati dalla procura generale della corte d’Appello e dagli avvocati difensori degli impuntati. In tarda serata la decisione: nuovo processo d’Appello per i fratelli Bianchi, limitatamente alle attenuanti generiche che erano state riconosciute ai due e che gli avevano evitato l’ergastolo al quale erano stati condannati dalla corte d’Assise di Frosinone. I “gemelli” ora rischiano nuovamente il carcere a vita. Rese definitive le condanne per Belleggia e Pincarelli.
Sostanzialmente accolta la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione, Marco Dall’Olio, nella sua requisitoria davanti ai giudici della prima sezione penale, aveva chiesto un nuovo processo in Corte d’Appello per ridiscutere le attenuanti generiche concesse ai fratelli Marco e Gabriele Bianchi che hanno ridotto la pena per entrambi dall’ergastolo a 24 anni di carcere. “Erano consapevoli delle conseguenze dei loro colpi, estremamente violenti, inferti con tecniche di lotta Mma contro punti vitali, su un corpo particolarmente esile come quello di Willy”, ha detto Dall’Olio in aula chiedendo la revoca delle attenuanti.
Sotto accusa, per omicidio volontario, i quattro giovani di Artena, i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. In Appello, come detto, i Bianchi avevano ottenuto la riduzione dall’ergastolo, comminato dalla Corte d’Assise di Frosinone, a 24 anni; erano invece stati confermati 23 anni per Belleggia e 21 per Pincarelli.
Willy, lo ricordiamo, venne ucciso a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020. Massacrato a suon di calci e pugni per aver provato a difendere un amico. Un gesto di grande coraggio, costato la vita al giovane cuoco di Paliano, per il quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito la medaglia d’oro al valor civile.
Il ricorso
A firmare il ricorso il sostituto procuratore generale Bruno Giangiacomo e il procuratore generale facente funzioni Salvatore Vitello. Per entrambi risulta “contraddittoria la concessione delle attenuanti generiche a Gabriele e Marco Bianchi da parte della Corte di assise di appello di Roma”, motivo per il quale era partita la richiesta di “annullamento della sentenza stessa, con rinvio ad altra sezione della Corte d’Assise di Appello di Roma per un nuovo giudizio”. La pubblica accusa aveva chiesto di ripristinare l’ergastolo. Di tutt’altro avviso, ovviamente, i difensori dei fratelli Bianchi e di Belleggia e Pincarelli, che hanno ritenuto sproporzionate le condanne e richiesto, sin dal primo grado, di far cadere l’accusa di omicidio volontario.