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Omicidio Thomas Bricca, inaugurato il murale dedicato al 19enne: tra lacrime e commozione

Alatri - L’inaugurazione nel giorno della festa della mamma, alla presenza di Federica Sabellico. Tanti i partecipanti

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Alatri – Inaugurato ieri pomeriggio, sulle note di “Due vite” di Marco Mengoni, il murale dedicato a Thomas Bricca. Un lungo applauso, i volti dei presenti rigati dalle lacrime, gli occhi colmi di emozione. E poi, eccolo lì, il volto sorridente del 19enne, ucciso in un agguato a colpi di pistola lo scorso 30 gennaio. Ora campeggia su via Aldo Moro, dove resterà per sempre, a memoria di tutti. Per ricordare che ad Alatri un giovane innocente è stato ucciso, come prima di lui era stato per Emanuele Morganti, massacrato dal branco. 

Tanti i ragazzi presenti alla cerimonia inaugurale, gli amici di Thomas, i suoi coetanei. Con loro tanti cittadini comuni e le Istituzioni, a partire dal sindaco, Maurizio Cianfrocca, dal vicesindaco, Roberto Adesse e arrivando ai consiglieri comunali. Tutti uniti, per Thomas. 

Il murale, realizzato da Giuseppe “Crash” e Simone Micheli, è stato svelato nel giorno della festa della mamma, alla presenza di Federica Sabellico, la mamma divenuta simbolo di una battaglia per la verità. Colei che ha perso un figlio, strappato alla vita nel modo più brutale. “Per tutte le mamme che sono qui. – Ha detto – Celebriamo questo evento nel giorno della festa della mamma. Auguri anche a me, perché resto e resterò per sempre una mamma anche io”. Parole pronunciate con dolcezza ma cariche di dolore e di tanta amarezza. 

Perché quella mamma, oltre ad aver perso un figlio, non ha ancora avuto giustizia. Così come non l’ha avuta il papà di Thomas, Paolo Bricca. Così come non l’hanno avuta i familiari, gli amici e tutti coloro che da oltre tre mesi continuano a chiedere la verità. Una verità che sembra avere tempi più lungo del previsto. Sono quelli della giustizia, indiscutibilmente, ma i colpevoli dell’omicidio, killer è complici, sono ancora liberi. Mentre Thomas Bricca è morto. Ucciso per mano loro. 

Le indagini 

Nelle prossime settimane sono attesi i risultati degli accertamenti tecnici irripetibili eseguiti sugli smartphone sequestrati nell’ambito dell’inchiesta. I dati emersi, confrontati tra loro, potrebbero portare all’attesa svolta per incastrare assassino e complici. Al momento, sul registro degli indagati restano iscritti Mattia Toson e suo padre, Roberto. Per loro le accuse sono di concorso in omicidio e detenzione illecita di armi. Il patrigno di Roberto Toson, Luciano Dell’Uomo, è invece accusato di aver fatto sparire prove utili alle indagini, come il sistema di video sorveglianza della sua abitazione. Il quadro delineato dagli inquirenti vedrebbe Mattia e Roberto a bordo del T-Max scuro dal quale sono stati esplosi i colpi di pistola. Ci sono stati, con molta probabilità, dei complici a coprirli, prima e dopo l’agguato. 

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