Omicidio Thomas Bricca: “Il mistero di un crimine di stampo mafioso”

Il duro sfogo del nonno di Thomas, Domenico Sabellico, arriva dopo l'annuncio della manifestazione in programma per domenica prossima

Alatri – Quasi tre mesi dall’omicidio di Thomas Bricca, il 19enne ucciso in un agguato a colpi di pistola lo scorso 30 gennaio al ‘Girone’. Nessun fermo, nessuna svolta. Le indagini vanno avanti, nel massimo riserbo. Nulla trapela da parte della Procura. E la tensione è alle stelle, soprattutto tra i familiari del giovane esasperati dall’attesa e dal silenzio delle Istituzioni. Dopo lo sfogo affidato ai social nei giorni scorsi dallo zio, Lorenzo Sabellico, che ha annunciato per domenica prossima, 30 aprile, alle ore 18.00, una “manifestazione di protesta ad Alatri contro i ritardi inammissibili nelle indagini e le promesse fatte dalle istituzioni”, ieri il nonno di Thomas, Domenico Sabellico, in un post, si è lasciato andare a parole piene di amarezza: “Assassino, complici, protetti e protettori…il mistero di un crimine di stampo mafioso”, ha scritto.

Un’accusa dettata dallo sconforto e dalla rabbia di chi ha perso un nipote, ucciso a soli 19 anni, e da mesi attende che sia fatta giustizia. Lo chiede da giorni in ogni suo post nonno Domenico: “Giustizia per Thomas”. Perché, la morte di Thomas ha stravolto per sempre la vita della sua famiglia. Di sua figlia, Federica Sabellico, che, forse, riuscirà a trovare un po’ di pace solo quando chi le ha portato via suo figlio pagherà il suo conto con la legge, come lei stessa scrive: “Giustizia deve essere fatta, lo sanno anche i muri…E quando ciò avverrà, lo spero, forse tutta questa rabbia si dissolverà come neve al sole e, tirando un bel sospiro, potrò finalmente dedicarmi solo a te. Angioletto mio”.

Le indagini

Venerdì prossimo, 28 aprile, saranno eseguiti gli accertamenti tecnici irripetibili su uno degli ultimi tre smartphone sequestrati nell’ambito dell’inchiesta sul delitto. Il 3 e 4 maggio sarà la volta degli altri due. Gli uomini del Racis dovranno passare al setaccio i telefoni cellulari di Francesco Dell’Uomo, detto “Budella”, zio acquisito di Mattia Toson, della fidanzata dello stesso Mattia e di Cristian Belli, uno dei migliori amici del 21enne iscritto sul registro degli indagati insieme al padre, Roberto Toson, con le accuse di concorso in omicidio e detenzione illecita di armi. L’incarico agli esperti del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche era stato affidato lo scorso 31 marzo. Alle operazioni del Racis sarà presente anche un consulente di parte nominato dalla famiglia di Thomas Bricca assistita dall’avvocato Marilena Colagiacomo; si tratta dell’ingegner Marco Zanaro. Introvabile, invece, il telefono di Roberto Toson che, stando a quanto trapelato, a suo dire, si sarebbe danneggiato irreparabilmente.

Il 21 marzo scorso sotto la lente era finito l’IPhone di Mattia. Il 3 aprile era stata, poi, la volta di quello del fratello minore, Niccolò, che non risulta iscritto sul registro degli indagati esattamente come Francesco Dell’Uomo, Cristian Belli e la fidanzata di Mattia. Il contenuto dei loro smartphone servirà per raccogliere elementi utili a confermare o smontare il quadro accusatorio. Le chat, le foto, le geolocalizzazioni, comparate tra loro, potrebbero finalmente dare l’attesa svolta alle indagini. Questo almeno è quello che si augurano tutti.

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