“L’ipotesi che Serena Mollicone fosse in caserma il 1° giugno del 2001, è pressoché certa, sul fatto che sia stata aggredita in caserma abbiamo la certezza al 98%, mentre che sia stata sbattuta contro la porta dell’alloggio abbiamo una percentuale relativa al 95%”. Il generale Luciano Garofano, ex comandante dei carabinieri del Ris, ha confermato dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello i calcoli matematici illustrati alla Corte d’Assise di Cassino, nel corso del primo processo per l’omicidio di Serena Mollicone. L’ufficiale, consulente di parte della famiglia Mollicone, è giunto a questa conclusione attraverso l’utilizzo di un software nel quale sono stati inseriti gli elementi investigativi raccolti in questi anni.
A deporre ieri in aula è stata anche la criminologa Roberta Bruzzone, consulente di parte di Armida Mollicone, zia di Serena. La dottoressa Bruzzone ha spiegato alla Corte che al ‘confezionamento’ del cadavere hanno preso parte due persone, presenti anche sulla scena del crimine che è stata perfettamente ripulita.
Di parere totalmente opposto il professor Saverio Potenza, medico legale della difesa che ha escluso che la ragazza possa aver battuto la testa contro la porta dell’alloggio presente nella caserma dei Carabinieri di Arce. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 30 gennaio quando a deporre saranno altri testimoni.