Home Cronaca Omicidio Mollicone, per la Corte: “Uccisa da soggetti rimasti ignoti”

Omicidio Mollicone, per la Corte: “Uccisa da soggetti rimasti ignoti”

La mancanza di prove punto cardine: "Gli indizi dibattimentali non offrono indizi gravi, precisi e concordanti". La Procura ricorre in Appello

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“A fronte di carenze probatorie nei confronti dei singoli imputati si deve evidenziare come dall’istruttoria dibattimentale siano emersi consistenti e gravi elementi indiziari nei quali si deve necessariamente desumere l’implicazione nella commissione del delitto in esame i soggetti terzi, che sono rimasti ignoti”.

È il convincimento della Corte d’assise di Cassino che emerge dalle motivazioni della sentenza con cui, il 15 luglio scorso, sono stati assolti, per l’omicidio di Serena Mollicone, il maresciallo Franco Mottola, ex comandante dei carabinieri di Arce, il figlio Marco e la moglie Anna Maria. Ma anche Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, rispettivamente all’epoca dei fatti vice maresciallo dell’Arma (accusato di concorso esterno in omicidio) e appuntato dei carabinieri ancora in servizio (rispondeva di favoreggiamento).

Per i giudici “non solo alcuni tasselli sostenuti dall’accusa si sono rivelati inconsistenti ma sono emersi degli elementi a discarico dei singoli imputati. Non sono stati provati molti degli asseriti depistaggi che secondo l’accusa il maresciallo Mottola avrebbe compiuto in sede di prime indagini”. E, in altro passaggio, si legge: “Sono emerse delle prove che si pongono in termini contrastanti rispetto alla ricostruzione dei fatti da parte della pubblica accusa”.

Per la Corte d’assise, quindi, non si è raggiunto un convincimento di colpevolezza a carico degli imputati
“Gli indizi dibattimentali – spiegano ancora i giudici – non offrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla base dei quali possa ritenersi provata, oltre ogni ragionevole dubbio, la commissione in corso da parte degli imputati della condotta omicidiaria contestata. Numerosi elementi indiziari, costituenti tasselli fondamentali dell’impianto accusatorio del pubblico ministero, non sono risultati sorretti da un sufficiente e convincente compendio probatorio”.

“Ulteriormente – evidenzia la corte nelle motivazioni – si deve rilevare il rinvenimento sui pantaloni e sugli scarponcini di Serena di tracce di Lantanio e Cerio, riconducibili a una polvere a base di ossidi di cerio, utilizzata come polish, componente cui la stessa dovrebbe essere venuta in contatto quando era già in posizione supina, così assumendo una connotazione indiziaria particolarmente rilevante nella ricostruzione della dinamica delittuosa. Vale la pena di osservare come, secondo la consulenza merceologica effettuata, il polish è un prodotto che viene di solito impiegato nell’ambito dell’edilizia. Contesti rispetto ai quali non è stato provato alcun collegamento con gli imputati“.

“Può senz’altro dirsi acclarato che Serena Mollicone è stata vittima di una condotta omicidiaria commessa da una o più persone, estrinsecatasi in una prima azione lesiva, consistita in un’azione contusiva alla testa, nella zona sopraccigliare sinistra, a seguito della quale la giovane ha riportato un trauma cranico, produttivo di perdita di coscienza; successivamente Serena è con ogni probabilità deceduta per asfissia meccanica da soffocazione esterna diretta, probabilmente attraverso l’ostruzione delle vie aeree con il nastro adesivo e la chiusura del capo con il sacchetto di plastica. Non possono essere del tutto escluse ipotesi alternative in ordine alle modalità con cui sia stata provocata l’asfissia e che solo post mortem il volto sia stato avvolto con il nastro adesivo rinvenuto“.

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