Il 15 gennaio 2023 è il termine ultimo riservato per la consegna delle motivazioni della sentenza che ha visto assolti i cinque imputati per l’omicidio di Serena Mollicone. Il giudice a latere, Maria Vittoria Sodano, dopo la richiesta di proroga di tre mesi arrivata ad ottobre, non avrà altro tempo a disposizione. Il togato, che unitamente al presidente della Corte d’Assise, Massimo Capurso ed ai giudici popolari, ha scagionato dall’accusa di omicidio volontario, Franco Mottola, ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, la moglie Anna Maria ed il figlio Marco ed i due carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, accusati rispettivamente di concorso esterno morale in omicidio e favoreggiamento, dovrà quindi ‘blindare’ la decisione presa lo scorso 15 luglio.
Perchè la Procura di Cassino e gli avvocati di parte civile intendono presentare ricorso in Appello e per farlo avranno solo 35 giorni a disposizione. Per questo motivo il pubblico ministero Maria Beatrice Siravo, titolare della delicata indagine sulla morte della diciottenne di Arce, avvenuta il 1° giugno del 2001, quasi certamente all’interno di uno degli alloggi di servizio della caserma dei carabinieri, da mesi ha iniziato a ricostruire ogni passaggio e ad esaminare ogni elemento di prova raccolto in anni di indagini e riscontri tecnico scientifici.
Nulla viene lasciato al caso e proprio per questo anche gli avvocati della famiglia Mollicone e quelli della famiglia Tuzi, hanno dato il via ad un certosino lavoro di squadra finalizzato a raccogliere nuovi elementi e nuove fonti di prova.
Il secondo grado di giudizio, una volta fissata la data, sarà un processo nel processo celebrato nell’antico palazzo di via Varisco, senza escludere che possano essere nuovamente ascoltati tutti coloro che nel processo che si è svolto a Cassino, hanno costellato le loro deposizioni di ‘non ricordo’.