Non ha dubbi il Gip del tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli nel rigettare la richiesta di scarcerazione avanzata dall’avvocato di Sandro Di Carlo, il 26enne accusato di aver brutalmente ucciso la 35enne dominicana Yirelis Pena Santana in un appartamento di via Pascoli, nella città martire.
Nelle motivazioni che hanno portato il giudice a rigettare anche la richiesta di perizia psichiatrica si spiega che l’uomo avrebbe potuto commettere un altro delitto. Ipotesi questa che sarebbe confermata da numerosi e importanti elementi rinvenuti sulla scena del crimine e sulla cui natura c’è il massimo riserbo. Altro fatto determinante è stato l’inquinamento delle prove attuato dall’indagato che da qualche giorno, per motivi di sicurezza, è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli a Roma.
Le ore precedenti la mattanza di via Pascoli sono state ricostruite dagli investigatori della squadra mobile di Frosinone e del commissariato di Cassino con grande precisione. Di Carlo avrebbe trascorso la serata tra una pizzeria e diversi bar in stato di alterazione alcolica.
Manca la parte essenziale, quel tassello che collega definitivamente l’arrivo nell’appartamento dove poi, a notte fonda, la sfortunata dominicana è stata massacrata di botte e finita a colpi di lama. E all’appello manca ancora l’arma del delitto che potrebbe essere uno dei coltelli da cucina trovati nell’alloggio. L’uomo potrebbe averlo ripulito e rimesso al suo posto e per questo sono stati tutti sequestrati e inviata al laboratorio di Scientifica per la prova del luminol.