“Che Nicola Zingaretti sia ancorato alla poltrona della Pisana è ormai cosa risaputa. Neanche l’elezione a parlamentare gli basta per fargli dire addio al ruolo che ha ricoperto in maniera indecente per ben dieci anni alla Regione Lazio”. Inizia così lo sfogo del consigliere provinciale in quota Fratelli d’Italia, Daniele Maura, che non risparmia critiche all’atteggiamento del “democratico”, neo eletto alla Camera dei Deputati, tra le fila del PD.
“Lo sa bene il caro Zingaretti che tenere i piedi in due staffe è quantomeno inopportuno? E lui che fa? Se ne frega e, anziché salutare, come peraltro promesso, una volta per tutte la Pisana, sforna nomine dirigenziali a go go per sistemare gli ultimi amici di partito a cui doveva l’ennesimo favore. Indecenza? E’ un eufemismo, sebbene quelli del PD siano avvezzi a comportamenti simili”.
“Con le sue dimissioni, che peraltro, tanto per ricordarlo, non sono una sua concessione, ma un dovere di legge, sta facendo il giochino del tira e molla. Neanche fossimo all’asilo! Mi dimetto, sì. Mi dimetto, no. Mi dimetto, forse. Mi dimetto tra poco. Ostentando quell’aria di supponenza tipica di chi crede che tutto gli appartenga. Come la Regione Lazio, che il caro Zingaretti pensa forse sia ‘roba sua’”. Un nominificio personale dunque? “Sì, una pratica assurda che ha dell’inverosimile, vergognosa e che deve assolutamente finire”.
“Zingaretti – aggiunge Maura – con la faccia tosta che si ritrova, continua a pubblicare bandi, assegnare incarichi di prestigio, erogare finanziamenti quando dignità vorrebbe che si limitasse almeno a la sola normale amministrazione”.
“Ma, siccome gli esponenti del PD continuano a credersi immuni da ogni provvedimento atto a dare giustizia all’operato amministrativo, ostentano quell’aria di sicurezza e di spavalderia che dopo i tanti scandali emersi (da Allumiere alle mascherine ecc..) rasenta, oggi, il ridicolo. Con il suo comportamento, dunque, Zingaretti starebbe tentando di ipotecare per i suoi amici importanti poltrone per la prossima legislatura, il cui inizio dipenderà proprio dalle sue dimissioni”.
“E’ una vera e propria azione di sabotaggio istituzionale. Che non può essere tollerata. Il suo mi sembra tanto il canto del cigno. Sa che la sua fine politica alla Regione Lazio sta arrivando e, disperatamente, tenta l’assurdo per preparare terreno fertile, ma contaminato, ai suoi amici del PD. Deve andarsene – conclude Maura – una volta per tutte! Lo deve agli elettori, lo deve ai cittadini”.