Niente scuolabus ma per Ceccano2030 i fondi c’erano: “Non si è fatto abbastanza”

Per il Collettivo i fondi per il trasporto pubblico scolastico non erano stati previsti o accantonati a causa di una mala gestione

Ceccano – “Tra chi in questi giorni dice che il bilancio comunale non ha alcun problema ed è sano e chi dice che il Comune ha gravi problemi economico-finanziari, in tanti si accorgono solo oggi che a Ceccano non è stato garantito il servizio scuolabus, nemmeno per una parte dell’anno scolastico. Infatti, come temevamo ed avevamo denunciato a partire dalla scorsa estate, erano tutte bugie le promesse fatte da ex assessori, ex sindaco, ex delegata, ex consiglieri di maggioranza, di avere gli scuolabus gratis per tutti i bambini da gennaio a giugno”. – Ad intervenire sulla questione è il Collettivo Ceccano 2030 che fa riferimento alla querelle tra il candidato del centrodestra, Ugo di Pofi, e quello del centrosinistra, Adrea Querqui, tra i quali nei giorni scorsi si è registrato un botta e risposta sulla questione “conti risanati” in Comune.

“Purtroppo, errori e negligenze di chi ha amministrato la città negli ultimi anni vengono pagati dai ceccanesi, in particolare dalle famiglie di 800 bambini che subiscono un grave attacco al diritto allo studio con il taglio del servizio pubblico di trasporto scolastico. – Proseguono da Ceccano2030 – Negli ultimi mesi in merito abbiamo organizzato manifestazioni, banchetti informativi, interessato la Regione e il Prefetto, mobilitato i sindacati competenti, raccolto centinaia di firme, abbiamo richiesto per due volte un incontro col Commissario Prefettizio per affrontare la questione in maniera seria e concreta, mentre in molti che non ci hanno sostenuto in questa lotta per il diritto allo studio solo oggi si accorgono del problema. L’assenza del trasporto pubblico scolastico è un problema la cui gravità ha avuto e continua ad avere ripercussioni su tutta la città, tra traffico e smog e giorni di scuola persi dai bambini e rischi accresciuti per l’incolumità dei pedoni. Il trasporto pubblico scolastico è un servizio fondamentale per garantire il diritto allo studio, messo a rischio dall’amministrazione comunale commissariata che nel corso degli anni ha ritenuto più utile finanziare festicciole, sperperando migliaia di euro in risarcimenti per bonifiche su terreni privati o restituendo finanziamenti già spesi per errori di calendario, invece di destinare le risorse economiche necessarie a garantire gli scuolabus per tutto l’anno e per tutto il territorio cittadino”.

Ceccano2030: “I fondi c’erano”

Grazie a un confronto serrato con i sindacati e con gli uffici regionali, da un raffronto degli ultimi bilanci consuntivi con il bilancio di previsione recentemente approvato per il Comune di Ceccano – che mette in evidenza il fatto che i fondi per il trasporto pubblico scolastico non erano stati previsti o accantonati dall’ultima amministrazione comunale – si evince che le risorse necessarie per garantire il servizio almeno da febbraio all’8 giugno 2025 potevano essere reperite. Ogni spesa per le casse comunali e ogni voce del bilancio ha un costo ma anche, e soprattutto, un valore, per questo non è accettabile dire che le risorse non ci sono per garantire i servizi essenziali per la città. Quindi, si sarebbe potuto garantire il servizio scuolabus per gli ultimi mesi dell’anno, pure riducendo a un terzo rispetto al precedete anno scolastico il contributo richiesto alle famiglie, evitando di finanziare una sfilata di moda e un paio delle feste della scorsa estate, riducendo il fondo previsto per le affissioni alle reali esigenze della città, decidendo di destinare gran parte del finanziamento regionale che i Comuni ricevono annualmente per il diritto allo studio a questa specifica esigenza, e lavorando all’adeguamento dei fabbisogni standard per l’ente. E non prendiamo in considerazione le risorse derivate dagli usi civici (prima destinate alla manutenzione di Castel Sindici, poi spostati sui lavori per la caserma), le multe comminate alla ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti che non ci è dato sapere se e come sono state saldate oppure i circa 11 milioni di tasse non pagate dai contribuenti e che non sappiamo quando verranno recuperati. (…)” – Concludono dal Collettivo.

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