Una guerriera dall’anima sensibile e bella, dal sorriso incantevole, immersa nel suo mondo di versi e intima poetica. Patrizia Baglione è una giovane donna innamorata della vita e dell’arte. Nella seconda ha trovato la forza propulsiva per emergere e alzare la testa nella prima. Nata ad Arpino 28 anni fa, oggi residente a Veroli, si è fatta strada usando l’arma più potente al mondo: la penna. Ma non per colpire, per far male. Piuttosto per sviscerare le sue paure e i suoi dolori, i suoi tormenti, per affrontarli e batterli. Ha conosciuto lo schiaffo del bullismo e ha risposto rifugiandosi nel suo universo di parole, scoprendo un talento che poi si è affermato come passione e professione: scrivere, scrivere poesie, toccanti ed emozionanti. Quegli scritti che trasudano sentimenti vorticosi restano chiusi in un cassetto per diversi anni. Anni in cui Patrizia conosce l’amore e quella seconda faccia della medaglia che non dovrebbe neppure essere contemplata, la violenza. Patrizia conosce anche la depressione, l’umiliazione sul posto di lavoro. Ed è in quella ‘discesa all’inferno’ che l’ars poetica brucia, abbracciandola tra le sue fiamme. Come l’araba fenice risorge, e si riprende ciò che è sempre stato suo, anche se inconsapevolmente. Riunisce le sue poesie in una raccolta e pubblica il suo primo libro nel 2019: “La mia voce”. Quella voce non ha più smesso di farsi sentire. Arriva “Malinconia delle nuvole” e poi, quest’oggi, “Nero crescente”. Così abbiamo deciso di sentirla e farci raccontare da lei questo cammino percorso con il cuore pesante dei ricordi ma anche con le scarpe leggere di un futuro che l’aspetta luminoso.
Poetessa, scrittrice, educatrice e molto altro. Chi è Patrizia Baglione?
“È prima di tutto una giovane donna che ama donarsi senza riserve. La poesia nasce con la mia adolescenza e ancora oggi è fedele compagna. Essa ha resistito al tempo, a differenza di altre passioni nate per caso. La poesia no. Non nasce assolutamente a caso. Negli anni ho avuto la fortuna di curarla di più, non è sicuramente facile emergere ma si scrive per necessità, non per fama”.
‘Nero crescente’ è la sua ultima opera. Come è nata? Qual è il filo conduttore di questa raccolta poetica?
“Nero crescente vuole andare a chiudere un capitolo davvero drammatico della mia vita. Le poesie all’interno vertono su due poli: quello dell’amore, (più nello specifico la dipendenza affettiva) e quello della morte”.
A tal proposito, nella prefazione del libro, Antonio Bux scrive: “Nella poesia di Patrizia Baglione un alone sottile di amore e di morte attraversa ogni singola poesia, finanche la più speranzosa e primigenia. Questa raccolta, la terza dell’autrice, dal titolo Nero crescente, si può infatti definire come un autentico canzoniere ininterrotto che viaggia tra i due poli estremi del sentimento e della fine restando sempre sospesi in quel bilico verticale che la poetessa laziale sembra padroneggiare con umile e personalissima cadenza”. L’autore sottolinea l’ottima padronanza della materia poetica di Patrizia, fattore che esprime con una sua marcata originalità (ad esempio le chiuse, spiazzanti ed epigrammatiche).
Prima di questo ‘Malinconia delle nuvole’ e il libro d’esordio ‘La mia voce’. A quale lavoro è più legata? E com’è cambiata la sua poetica in questi anni?
“Sono tutti tre importanti ma sono più legata a quest’ultima silloge. La poetica oggi, senz’altro è più matura, ma soprattutto racchiude ancor di più tanta sofferenza mascherata in “belle parole””.
Come ha scoperto il suo talento? A quali fonti attinge la sua ispirazione?
“In diverse occasioni, ho avuto modo di raccontare le origini della mia scrittura. Diciamo che non sono stati anni facili quelli della scuola, in particolare l’ultimo anno delle medie. È lì che ho iniziato a scrivere, quando non avevo le parole per comunicare la derisione e l’esclusione provata a scuola, e in mio aiuto sono venute carta e penna”.
Lei è anche educatrice, come è nato questo lavoro e come lo svolge attualmente?
“Ho ripreso gli studi tre anni fa e a maggio mi sono laureata in Scienze dell’educazione. Ho sempre amato il sociale e tutti gli aspetti umani. Attualmente sono impegnata ad un progetto della Regione Lazio in collaborazione con Aics Frosinone. Mi sto occupando di scrittura creativa in diverse case di riposo. Un’esperienza che mi sta arricchendo moltissimo e a cui sono infinitamente grata. Settimana prossima invece, inizierò con l’Asl Roma 1 un’attività di reintegrazione sociale con utenti psichiatrici. Mi hanno chiamata per fare una sostituzione di due mesi. Incrociamo le dita e speriamo sia l’inizio di una collaborazione più duratura”.
Dai suoi social si evince che è una donna forte, che non nasconde le sue fragilità passate né come le ha superate. Che non cela gli immensi sacrifici fatti per vivere la propria arte…ed è molto attiva nel sociale: combatte il bullismo, la piaga della violenza sulle donne…
“Ci sono alcune cose che ho voluto e potuto condividere. Credo fermamente nel potere della condivisione. Ovviamente però, ci sono drammi più profondi, che in pochissimi conoscono e di cui non ne parlo con nessuno. L’impegno sociale fa parte di me, del mio vissuto. Combattere piaghe come il bullismo e la violenza, sulle donne e in generale, dovrebbe essere un dovere morale di ciascuno di noi”.
Obiettivi per il futuro?
“In futuro spero di continuare i miei studi e la mia formazione professionale. Vorrei essere sempre più attiva su questi temi per me fondamentali. Spero poi, di continuare a scrivere e magari, non smettere mai”.