Le crescenti incertezze dovute alle tensioni geopolitiche stanno determinando a fasi alterne turbolenze dei mercati connesse, in primis, agli effetti della crisi in Medio Oriente, atteso che la lenta distensione delle politiche restrittive monetarie della BCE sta determinando effetti ancora modesti sul costo del credito per le famiglie e per le imprese.
Il quadro economico nazionale caratterizzato dalle dinamiche deboli dell’industria, come peraltro avviene anche su scala europea con il rallentamento più significativo dell’economia tedesca, è condizionato inoltre dai maggiori costi dell’energia sostenuti dalle imprese italiane e dalla lenta dinamica degli investimenti, che sono stati rinviati in attesa degli incentivi del Piano Transizione 5.0, che hanno richiesto tempi più lunghi per la definizione delle relative misure.
Gli effetti già evidenti delle “scadenze” del green deal sul settore dell’Automotive, aggiungono preoccupazione sui rischi dell’ulteriore perdita di competitività dell’Europa nello scacchiere internazionale e sui pesanti impatti sull’intera filiera Made in Italy per eccellenza.
La revisione al ribasso del PIL nei primi sei mesi certificata dall’Istat conferma una crescita moderata, coerente con il crescente clima di incertezza che si è andato profilando sia con riferimento alla domanda estera che a quella interna, su cui pesano il calo tendenziale della produzione industriale che prosegue senza soluzione di continuità da febbraio 2023 e la dinamica ancora moderata dei consumi.
Con riferimento alla demografia d’impresa, gli esiti algebrici riferiti alla terza porzione d’anno restituiscono su scala nazionale 15mila e 227 unità aggiuntive, che si mantengono in linea con il leggero recupero dello scorso anno; il che conferma il ridimensionamento della vivacità imprenditoriale.
Al riguardo, occorre evidenziare che per consuetudine il periodo estivo genera un minor numero di iscrizioni rispetto agli altri quarti dell’anno, fatta eccezione per il biennio 2020-2021 in cui ha registrato anomali rimbalzi pandemici; di fatto il saldo estivo di quest’anno risulta il 10% inferiore alla media del decennio precedente. Di fatto è il turnover a risultare notevolmente più contenuto, infatti la composizione del saldo è l’esito della minore vivacità sia delle iscrizioni che delle cessazioni (entrambi il 6% inferiori alla media degli ultimi dieci anni).
In un quadro in cui tutte le regioni mostrano dinamiche positive, nella relativa graduatoria per tasso di crescita il Lazio si conferma al 1° posto (+0,47% il tasso di crescita, a fronte del +0,26% nazionale), seguito a significativa distanza dalla Lombardia (+0,35%) e dalla Campania (+0,31%).
Il bilancio in provincia
Il bilancio nei territori di Frosinone e Latina è positivo per 570 imprese (a fronte delle 366 aggiuntive del terzo trimestre dello scorso anno, +56% in termini tendenziali), frutto di un’ulteriore accelerazione rispetto al recupero di verve già registrato l’estate precedente (+32% la trimestrale 2023). La performance decisamente più vivace è condivisa da entrambe le province, con un’accelerazione tendenziale maggiore nell’area pontina (+0,59%, a fronte del precedente +0,35%), dove alla sostenuta ripresa delle iscrizioni, si associa una dinamica delle cessazioni che non si discosta in misura significativa dagli esiti dell’estate targata 2023; diversamente, nel Frusinate contestualmente al maggiore sprint delle nuove aperture (+32%), si registra un ritmo delle cessazioni anch’esso significativamente più marcato (+24%).
In significativa discontinuità rispetto ai valori trimestrali della scorsa estate, nell’area pontina e nel Frusinate si segnala il rimbalzo dell’agricoltura, come peraltro avviene anche su scala regionale; al riguardo, tale segmento dà un importante contributo all’accelerazione della crescita imprenditoriale, atteso che Rieti, Latina e Frosinone guidano la graduatoria nazionale delle province per tasso di crescita trimestrale. Inoltre, rispetto al terzo quarto dello scorso anno si confermano la tenuta dei valori delle costruzioni e la maggiore vivacità del segmento turistico ricettivo, che beneficia del miglioramento dei flussi di turisti.
Il commento del Presidente Giovanni Acampora
“Il quadro reso sempre più complesso dalle tensioni geopolitiche, i cui effetti sulle relazioni economiche internazionali sono già significativi, desta sempre maggiore preoccupazione con riferimento agli squilibri che la crisi di Suez sta generando sul commercio mondiale e che espongono a rischi crescenti il nostro Paese al centro dell’area mediterranea. I dati di demografia imprenditoriale dell’area vasta di Latina e Frosinone sono incoraggianti e sono un segnale di fiducia. La Camera di Commercio Frosinone Latina, anche attraverso la sua Azienda Speciale Informare, continuerà con il suo impegno insieme con le Associazioni di categoria per stimolare la crescita, l’innovazione, la formazione, l’internazionalizzazione che sono gli asset indiscutibili per la promozione dei nostri territori e per un tessuto produttivo che oggi è sempre più alle prese con gli sfidanti impegni europei connessi al green deal, che impongono nuove strategie di sviluppo industriale coerenti con una sostenibilità economica e sociale”.
A tali primi spunti seguiranno approfondimenti successivi per i nostri territori.