Maxi operazione all’alba, 11 misure cautelari: tutti i nomi dei coinvolti

Tra i reati contestati, associazione per delinquere; falsi; truffa per erogazioni pubbliche; riciclaggio ed autoriciclaggio

Altissima l’attenzione mediatica sulla maxi operazione condotta da Squadra Mobile e Guardia di Finanza nella mattinata di oggi che ha coinvolto principalmente Frosinone e Sora ma anche comuni limitrofi. Un segnale forte e chiaro quello arrivato: lo Stato c’è. Sin dalla mattinata sono circolati vari nomi, alcuni senza conferma ufficiale. Circostanza che ha generato disinformazione ed anche preoccupazione tra professionisti omonimi ad alcuni dei coinvolti.

Questi tutti i nomi. Custodia cautelare in carcere per Angelo De Santis e Marino Bartoli. Ai domiciliari sono finiti: Rinaldo Scaccia, direttore della Bpf di Frosinone; il notaio Roberto Labate; Paolo Baldassarra e Gennaro Ciccatiello. Ai domiciliari anche Federico Labate, Luca Lazzari e Lino Lunghi (fissata a due mesi la data di scadenza della misura custodiale).

Per altri due professionisti, N.L. e G.P. l’interdizione dall’esercizio della professione e dall’esercizio di imprese ed uffici. In totale nell’ambito dell’inchiesta sono 30 le persone indagate di cui 11 destinatarie di misure cautelari.

Doveroso precisare che la ricostruzione che viene effettuata è quella che emerge dall’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Frosinone e che le indagini sono in una fase preliminare per cui vige il principio costituzionale della presunzione di innocenza per gli indagati sino a giudizio definitivo.

L’indagine partita da un’intercettazione

Un’indagine lunga e articolata, coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone, e partita nel 2019 su indicazione della Squadra Mobile già al tempo diretta dal Dott. Flavio Genovesi. Impegnato anche il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Frosinone. L’occhio attento della Questura di Frosinone e della Mobile, negli ultimi anni ha inferto duri colpi alla criminalità locale in più ambiti. L’operazione di oggi ha fatto tremare però “i piani alti”, della Bpf e non solo. 

L’investigazione ha preso impulso da confidenze, a suoi interlocutori, di un imprenditore ciociaro, sottoposto ad intercettazioni perché coinvolto in traffici di stupefacenti, sui modi in cui un suo amico imprenditore faceva soldi operando nel settore delle aste giudiziarie e godendo della piena fiducia e dell’appoggio del direttore generale di una Banca. Le indagini, prontamente attivate, hanno evidenziato una più complessa situazione di inquinamento del mercato immobiliare locale ed hanno fatto emergere l’attività di più gruppi organizzati che operavano sia nel settore delle truffe per il “super bonus”, sia nella creazione di falsi crediti erariali e nella organizzazione di indebite compensazioni, sia nel riciclaggio e nell’auto riciclaggio di rilevanti partite di “nero” sia nella esecuzione dei reati fiscali e societari presupposti dall’attività riciclatoria.

L’organizzazione

Secondo la ricostruzione fornita nell’ordinanza custodiale del GIP, dagli accertamenti effettuati, si sono delineate tre associazioni per delinquere, fra loro interconnesse quanto all’attività di riciclaggio. Due di esse aventi strutturale influenza nella gestione delle linee di credito della Bpf, mediante il ruolo primario svolto per il raggiungimento degli obiettivi associativi dal direttore generale e da funzionari del Corporate Banking dell’Istituto oltre che da due notai che redigevano la più parte degli atti d’interesse per gli associati. *Di Roberta Di Pucchio e Sara Pacitto.

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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