Massacrata di botte, calci e pugni prima di essere accoltellata. È morta così Yirelis Pena Santana, la 35enne di origini dominicane trovata senza vita di un appartamento di via Pascoli a Cassino. L’autopsia, svolta nel pomeriggio di ieri dal professor Fabio De Giorgio, ha confermato quanto sospettato sin dal primo momento dagli inquirenti: il 26enne Sandro Di Carlo, arrestato nella notte tra domenica e lunedì, in preda a una furia cieca, avrebbe martirizzato la poveretta con ogni sorta di violenza.
Non è da escludere che lo stesso operaio edile, proveniente da una nota famiglia di Cassino, fosse in stato di alterazione psico-fisica. Ieri pomeriggio in carcere c’è stato l’interrogatorio di convalida ma Di Carlo si è avvalso della facoltà di non rispondere e il suo legale, l’avvocato Alfredo Germani, non esclude che lo stesso possa essere ripetuto nei prossimi giorni.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo, e portate avanti dalla Polizia, hanno avuto un’accelerata nel pomeriggio di domenica quando gli esperti della Polizia Scientifica hanno isolato un’impronta sul muro della stanza dov’è avvenuta la mattanza.
La traccia, inserita nella banca dati del sistema Afis, ha consentito di dare un nome e un volto a chi era in quella stanza e si era ripulito del sangue della vittima con uno straccio poi lasciato a terra. Di Carlo si è poi allontanato e diretto a Roma per trascorrere insieme a una donna la giornata. È stato bloccato su un pullman di linea dai Carabinieri di Arce, mentre rientrava a Cassino. Ai piedi aveva le stesse scarpe indossate la notte del massacro di via Pascoli intrise di sangue.