In data 12/09/2024 i militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (N.I.P.A.A.F.) e del Nucleo Carabinieri Forestale di Frosinone, del Gruppo Carabinieri Forestale di Frosinone, con l’ausilio di medici veterinari dell’ASL di Alatri, a seguito di perquisizione delegata dalla Procura di Frosinone, hanno sequestrato 12 cani e posto il blocco sanitario su altri 7 cuccioli, detenuti da un uomo residente ad Alatri e una donna residente a Frosinone. Ai 3 soggetti indagati sono contestati a vario titolo: traffico illecito di animali da compagnia, frode in commercio e maltrattamento di animali. Le perquisizioni hanno avuto ad oggetto l’abitazione della coppia, il punto vendita dei cani e l’ambulatorio di un medico veterinario. Il sequestro è stato operato in quanto gli animali sono stati trovati in box con misure inadeguate, carenza di igiene, presenza di feci e assenza di acqua. Il blocco sanitario è stato disposto per effettuare accertamenti sulla provenienza dei cuccioli nonché lo stato di salute degli animali.
Le attività investigative hanno fatto emergere come l’uomo e la donna, in concorso con un medico veterinario, nel periodo febbraio 2023 – aprile 2024 abbiano posto in essere condotte finalizzate a percepire un profitto vendendo cuccioli di cane diversi da quelli pubblicizzati, attraverso documentazione burocratica e sanitaria non veritiera. In particolare venivano venduti ai clienti degli animali che diversamente da quanto dichiarato non erano di “razza” e non erano in regola con la certificazione sanitaria.
Tali condotte, finalizzate a percepire ricavi economici, sono state compiute esercendo un’attività commerciale di vendita degli animali d’affezione (in particolare cuccioli di cani).
Il medico veterinario contribuiva registrando nella banca dati dell’anagrafe canina informazioni non veritiere in relazione agli animali ceduti dai coindagati.
Il comunicato viene effettuato nel rispetto del D.L. 106/2006, così come modificato dal D.L. 188/2021, in quanto ricorrono “specifiche ragioni di interesse pubblico” che lo giustificano per la particolare rilevanza pubblica dei fatti oggetto di accertamento e per le esigenze costituzionalmente tutelate connesse al diritto all’informazione, al fine di fornire notizie in modo trasparente e rispettoso dei diritti degli indagati e delle parti offese, con presunzione di innocenza degli indagati fino a sentenza definitiva