Maltrattamenti, il “violenzametro” dei carabinieri per riconoscere la violenza e chiedere aiuto

Un test di autovalutazione elaborato dal Reparto Analisi Criminologiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche

Atti persecutori, maltrattamenti, violenza sessuale, revenge porn. Sono fenomeni frequenti e spesso molto gravi, per i quali la normativa introdotta dal “Codice Rosso” consente di adottare più celermente i provvedimenti di protezione. Come anche nei casi di bullismo e cyberbullismo, spesso la paura e l’insicurezza non permettono di riconoscere i campanelli di allarme.

Per far fronte al doloroso fenomeno della violenza di genere, l’Arma si è dotata di tanti strumenti, il primo dei quali è la Sezione Atti Persecutori del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche: una Sezione che svolge attività di studio e analisi del fenomeno, elaborando valutazioni sui “fattori di rischio” in favore dei reparti operanti e programmi di formazione del personale.

A questo si aggiunge, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata con ufficiali di polizia giudiziaria inseriti nell’ambito delle articolazioni investigative territoriali e formati con specifici corsi presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative.

I consigli dell’Arma per le vittime di maltrattamenti

maltrattamenti contro familiari e conviventi consistono in atti abituali di prevaricazione e oppressione, che causano sofferenze fisiche e/o psicologiche. Le diverse forme di maltrattamento riguardano tutti gli atti di violenza fisicasessualepsicologica ed economica che si verificano all’interno della famiglia. Le condotte più ricorrenti consistono in insulti, minacce, litigi violenti, umiliazioni in pubblico, isolamento sociale, controllo economico, violenza sessuale. Può essere vittima di maltrattamenti una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta ad autorità altrui o a terzi affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia o per l’esercizio di una professione. La norma non richiede necessariamente un rapporto di parentela tra vittima e autore.

I consigli
– non fidarti dei cambiamenti promessi da un partner violento;
– non farti influenzare dalle offese e minacce del partner: non permettere che le sue parole negative ti facciano sentire colpevole o inferiore;
– pensa al benessere dei figli: è meglio che i bambini vivano con un genitore equilibrato piuttosto che con una coppia in conflitto.
– ricorri immediatamente al Pronto Soccorso se hai subito violenza fisica: in ospedale esistono percorsi dedicati alle vittime di violenza, che garantiscono un’assistenza completa e tempestiva;
– in caso di emergenza chiama il Numero Unico d’Emergenza 1-1-2;
– cerca supporto e informazioni: il numero 1522 ti mette in contatto con un centro antiviolenza dove potrai ricevere assistenza legale e psicologica;
– ricorda che puoi denunciare in qualsiasi caserma dei Carabinieri o presso gli uffici della Polizia di Stato; non occorre avere testimoni, ma è consigliabile avere riscontri come referti medici o messaggi di minaccia;
– nel caso in cui si venga a conoscenza di episodi di violenza domestica durante i quali siano stati commessi reati come percosse o lesioni lievi, e non si voglia sporgere una formale denuncia, chiunque può presentare richiesta di ammonimento, in forma non anonima, in qualsiasi comando Arma o ufficio di Polizia. Sarà comunque garantita la segretezza delle generalità del segnalante.

Il “violenzametro” per chiedere supporto e aiuto

Il “violenzametro” è un test di autovalutazione elaborato dal Reparto Analisi Criminologiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, per rilevare i segnali del livello di violenza subita. Contiene consigli utili per chiedere supporto e aiuto in base al livello di violenza riscontrata.

Apri e scarica il violenzametro 

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