“L’UGL invita Sanofi a tornare sui propri passi e a ritirare la procedura di riduzione di organico presso la sede di Anagni. Il sindacato richiama l’attenzione delle istituzioni riguardo all’impatto che avrebbe la perdita di oltre 60 posti di lavoro che, aggiunti ai 150 persi dalla TM Logistica, fanno in un solo mese 210 disoccupati in più solo nella zona anagnina, in una provincia già disastrata. Si torna ai tempi bui di dieci anni fa! Il sindacato sarà al fianco dei lavoratori con iniziative a difesa degli stessi e delle loro famiglie. Nei prossimi giorni verranno comunicate le azioni che saranno messe in campo”.
Con queste parole Segretario Provinciale dell’UGL Frosinone Enzo Valente lancia l’allarme per la nuova crisi occupazionale che si prospetta per la zona nord della provincia dopo l’apertura della procedura di licenziamento aperta dalla Sanofi allo stabilimento della Città dei Papi.
“Una riduzione di organico che, secondo quanto enunciato dall’azienda farmaceutica, sarebbe necessario e non ulteriormente procrastinabile, per il riadeguamento degli organici alle nuove esigenze e per ritrovare il corretto equilibrio tra costi di struttura ed evoluzione tecnologica indispensabili per garantire la sostenibilità e lo sviluppo futuro dello stabilimento anagnino”.
Un quadro di una realtà che l’azienda ha voluto dipingere ma che non convince l’UGL: “Negli scorsi mesi – spiega il Segretario Provinciale dei Chimici con delega al farmaceutico Marco Colasanti – si era parlato di un semplice revamping degli impianti che solo temporaneamente avrebbe portato ad una flessione dell’attività produttiva dello stabilimento. Oggi, invece, ci troviamo a parlare di 45 licenziamenti di dipendenti Sanofi e altri 20 contratti di somministrazione e staff leasing. Siamo di fronte ad una grande multinazionale con più di centomila dipendenti nel mondo, per la quale lo stabilimento di Anagni, per mezzo secolo, è stato il fiore all’occhiello dell’industria farmaceutica della provincia”.
“Grazie all’alta professionalità ed al lavoro dei dipendenti, per decenni Sanofi e chi l’ha preceduta hanno creato business e profitti considerevoli. Oggi alle prime difficoltà – sottolinea Colasanti – ecco che l’azienda intende risparmiare sul costo del personale e lavoratori che per un bel pezzo della loro vita hanno contribuito in maniera importante alla crescita e al credibilità dello stabilimento oltre che dell’intera compagnia.
“Oggi l’azienda si trova in una fase di un adeguamento dell’impianto alle nuove tecnologie e richieste del mercato tesi ad una ripartenza che dovrebbe avvenire nell’arco di qualche anno. Lo stabilimento avrà bisogno di nuove competenze professionali, perché non adoperare il tempo necessario per la modernizzazione dell’impianto per la formazione dei dipendenti già in forza? La Sanofi è un’azienda che non un forte potenziale economico, perché voltare le spalle a chi ha dato tanto per questa compagnia? In un territorio già martoriato come quello ciociaro sarebbe un vero e proprio dramma sociale”.