Se un investigatore che va in pensione potesse essere clonato, credo che il primo a dover combattere con il suo sosia sarebbe Gianfranco Sacco, sostituto commissario della squadra mobile di Frosinone che da oggi è a riposo. Una figura lavorativa che meriterebbe di essere ricordata per decenni: non un poliziotto qualsiasi, ma un investigatore di razza, un segugio che all’interno di una squadra unica, inimitabile e della quale rappresentava l’ultimo componente, Gianfranco Sacco ha assegnato alla giustizia criminali di caratura, camorristi, trafficanti di droga, assassini, pedofili.
Un lavoro certosino, silenzioso, fatto di ore trascorse a controllare, sorvegliare e intercettare i sospettati. Una carriera fulgida alimentata anche da compagni altrettanto perspicaci. Come dimenticare l’arresto di Nicola Del Villano, braccio destro di Michele Zagaria, intercettato e bloccato a Cassino come un comune cittadino, mentre mangiava un hamburger al McDonald’s. Oppure il rocambolesco arresto in Spagna di Gaetano Di Lorenzo, boss sanguinario di un clan napoletano.
Gianfranco Sacco ha poi consentito con le sue indagini l’arresto di Riccardo Cerullo, latitante pericolosissimo che si nascondeva nei boschi nel Cassinate. L’elenco è lungo e le vicende trattate dal sostituto commissario Gianfranco Sacco hanno avuto anche un impatto mediatico nazionale: l’indagine sul bingo di Ferentino, distrutto da una serie di attentati per mano della malavita romana, oppure il recente arresto della sorella di Michele Zagaria, nell’amena Boville Ernica.
Oggi per Gianfranco Sacco è arrivato il meritato riposo e l’augurio della Redazione è di mantenere quell’acume e nello stesso tempo quell’umanità che lo hanno sempre contraddistinto sia nella vita privata che nella vita lavorativa.