La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda tra le Alpi. Forse è stata proprio per la nebbia se l’auto dell’agente speciale Vogel è finita in un fosso. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì. Eppure Vogel dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che si è trasformato in un colossale caso mediatico. Perché è questa la specialità di Vogel: manovrare i media. Ottenere sempre più fondi per l’indagine grazie all’attenzione del “pubblico a casa”. Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. Questo è il suo gioco. Sono passati due mesi, e Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì?
‘La ragazza nella nebbia’ è il sesto romanzo dello scrittore Donato Carrisi, pubblicato nel 2015 e composto di 29 capitoli. Nel 2017, lo stesso autore ha realizzato il film omonimo che vede tra gli interpreti Toni Servillo, Alessio Boni e Jean Reno.
Gioco di specchi
Di questo questo thriller moderno, in cui sin da subito si intuisce che non esistono verità dirette e punti di vista univoci, anche il titolo è fuorviante. La ragazza e la nebbia c’entrano poco, non sono i veri centri della narrazione. Quella nebbia è più metaforica di una realtà fosca, brumosa. E la ragazza scomparsa non è la protagonista, forse più l’escamotage su cui certamente gioca il peso emotivo delle vicende che, però, sono intensamente vissute da altri personaggi. L’essenzialità della trama nasconde in realtà doppie o triple verità, in un gioco di apparenze e manipolazioni che si fondano sull’uso mediatico dei casi giudiziari, un’arena spietata nella quale tutti combattono contro tutti per conquistare il consenso del pubblico con storie strappa-lacrime (o strappa-odio?), con gli scoop, le ultime ora. Emerge con prepotenza tutta la volontà di un popolo che vuole assurgersi a giudice (o boia?). Un popolo feroce pronto a farsi giustizia da solo, a condannare il presunto colpevole – l’uomo nella nebbia – in modo implacabile ma anche altrettanto avvezzo al ribaltamento, a idolatrare magari una figura che si dimostri ingiustamente incriminata.
Scheletri nell’armadio e colpi di scena
Vogel è l’agente dandy, quello capace anche di falsificare le prove per pilotare stampa e opinione pubblica, per arrivare al suo scopo, alla fine del gioco che orchestra di volta in volta. La vittima sacrificale è il professor Martini, sposato, con una figlia 16enne e chiusa in sé stessa, e con un matrimonio che rischia di naufragare. C’è quindi la dolce Anna Lou, la cui presenza aleggia solo nel romanzo. La ragazzina che deve essere trovata (o meglio, quella che impone sia trovato a tutti i costi un colpevole per la sua scomparsa). Ci sono i genitori bigotti e odiosi di Anna Lou, i quali fanno parte di una confraternita ancor peggiore di loro. Lo psichiatra Flores, la giornalista-iena Stella, simbolo dell’informazione più becera, marcia e priva di etica ci possa essere. Ma se le sue colpe sono alla luce del sole, altri nomi succitati ne hanno ancora di più grandi e ben celate…e non sarò io a spoilerarle! In questo mondo squallido c’è, però, ancora qualcuno che si muove lungo i binari della rettitudine…La maestria di Carrisi sta nel tratteggiare bene tali figuri, sebbene qualcuno presenti tutti i cliché del suo caso (ma non tutti sono Simenon!). Certamente, un pregio è nei colpi di scena, due davvero grossi, spiazzanti. Pezzi di un piano geniale che vanno ad incastrarsi con tutti gli altri in un puzzle malato dal finale impattante.
Intrattenimento intelligente
«La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro… E io le do quello che vuole».
La storia è fluida, scorrevole. Lo scrittore di Martina Franca costruisce un bel noir-giallo-poliziesco da godersi in maniera piuttosto rapida. Con uno stile molto lineare e semplice, senza fronzoli, con frasi brevi e dialoghi asciutti, Carrisi riesce a restituire degli spunti molto interessanti. Approvate a pieni voti le denunce sociali, la riflessione sulla parte ‘malata’ delle categorie attaccate: dai media scevri da qualsivoglia morale agli “estremisti della fede”, dalla polizia arrivista al popolo-giuria. L’autore entra nella testa delle sue ‘marionette’ così come riesce a trascinare il lettore, a fargli sospettare di chiunque. Un libro assolutamente consigliato per gli appassionati del genere e per chi non conoscendo lo scrittore gli si voglia avvicinare. Saranno ore piacevoli davanti a pagine di intrattenimento intelligente, di qualità e molto lontano da tanti prodotti dozzinali.