La speranza di vita per gli italiani aumenta. I laureati sono di più (grazie alle donne), ma in pochi ormai leggono i quotidiani e, nelle competenze digitali, l’Italia rimane molto indietro rispetto all’Europa. Ecco tutti i dati che emergono dall’undicesima edizione del Rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile.
Nel 2023 la speranza di vita è pari a 83,1 anni
Nel 2023 la speranza di vita è pari a 83,1 anni e risulta in aumento rispetto al 2022 (82,3), recuperando quasi del tutto il livello del 2019 (83,2 anni). Gli uomini con 81,1 anni di vita media attesa tornano allo stesso livello del 2019, mentre per le donne (85,2 anni) mancano ancora 0,2 anni (85,4 nel 2019).
Obesità si conferma in aumento nel lungo e medio periodo
Sul fronte degli stili di vita, nel 2023 è pari al 34,2% la quota di persone di 14 anni e più sedentarie, in deciso miglioramento sia rispetto al 2022 (36,3%), sia al 2019 (35,5%). Stabile sia rispetto all’anno precedente sia al 2019 la quota di persone in eccesso di peso tra la popolazione di 18 anni e più (44,6%), sebbene l’indicatore abbia subito un peggioramento relativamente alla componente dell’obesità, che si conferma in aumento nel medio e lungo periodo.
Aumento laureati grazie alle donne
Nel 2023, i giovani di 25-34 anni che sono in possesso di un titolo di studio terziario sono il 30,6% (erano il 29,2% nel 2022). L’aumento di laureati e di persone in possesso di altri titoli terziari tra i residenti di 25-34 anni è dovuto principalmente alle donne, con quote più elevate di quelle degli uomini e in maggiore crescita.
Competenze Internet 10 punti sotto al livello europeo
Nel 2023, in Italia, il 45,9% delle persone di 16-74 anni che ha usato Internet negli ultimi tre mesi ha competenze digitali almeno di base. Questo valore è stabile rispetto al 2021, circa 10 punti percentuali sotto al livello europeo del 55,5%. Dall’analisi delle singole regioni italiane emerge un forte gradiente tra Centro-nord e Mezzogiorno a sfavore di quest’ultimo, con l’eccezione della Sardegna che si attesta attorno al valore medio.
Sempre meno lettori per i quotidiani
L’indicatore che monitora la lettura di libri e quotidiani è diminuito di 2,5 punti percentuali negli ultimi quattro anni, dal 38,0% dei residenti del 2019 al 35,5% del 2023, su cui pesa l’andamento costantemente decrescente dei lettori di quotidiani. La percentuale di coloro che hanno letto quotidiani almeno tre volte la settimana passa dal 25,2% del 2019 al 21,3% del 2023 mentre la quota di persone che hanno letto quattro o più libri è rimasta stabile (22,3% nel 2019 e 22,6% nel 2023). – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –