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Isola del Liri – Massacrato di botte, titolare di un noto locale in ospedale: aspettiamo che ci scappi il morto?

La furia del branco: tutti contro uno. Nella notte tra sabato e ieri l’ennesimo episodio di violenza. È il momento di intervenire

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Isola del Liri – Un giovane massacrato di botte: è questo il bilancio di una feroce aggressione ai danni del titolare di un noto locale della città delle cascate. Il ragazzo, nella notte tra sabato e domenica, è stato vittima di una vera e propria spedizione punitiva. Ad agire sarebbe stato un gruppo di etnia rom. Stando a quanto si apprende, qualcuno di loro non avrebbe gradito l’atteggiamento del titolare del locale. Un affronto per chi è abituato a spadroneggiare senza freni. Così il gruppetto ha chiamato i rinforzi. Per dimostrare la sua supremazia, la forza della violenza. Tutti contro uno. Il ragazzo, dopo il pestaggio, è stato costretto a fare ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale Santissima Trinità di Sora; per lui una prognosi di 30 giorni.

Ma se uno di quei calci, uno di quei pugni lo avessero ucciso? Avremmo raccontato di un epilogo tragico, l’ennesimo. E forse sarebbe il momento di agire prima che simili episodi finiscano nella cronaca nera di questa provincia. Non molto tempo fa un gruppo di rom distrusse un noto ristorante di Isola del Liri, spaccando arredi e vetrine. La notte di Pasqua in piazza Boncompagni c’è stata una violenta rissa tra giovanissimi. LEGGI QUI – Anche in quel caso un ragazzo era finito in ospedale. Questa volta una spedizione punitiva. La prossima cosa accadrà? 

Nessuno può esimersi dal porsi questo interrogativo. Aspettiamo forse che quei rom vadano a dar fuoco al locale? O che tornino con intenzioni peggiori? Appena un mese fa nel capoluogo, in via Aldo Moro, nel cuore della movida, c’è stata una sparatoria che ha visto protagonisti due gruppi di albanesi. Spari tra la gente. All’ora dell’aperitivo. Il bilancio è stato di un morto e tre feriti ma sarebbe potuta essere una strage. I recenti episodi di violenza che hanno segnato questa provincia devono essere un monito. Prevenzione deve essere la parola d’ordine, prima ancora di arrivare a reprimere. E non è il momento di strumentalizzazioni politiche ma della coesione. Due giovani in ospedale nel giro di una settimana possono bastare come segnale per decidere di intervenire? 

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