Che la sanità pubblica sia sotto attacco da decenni, per favorire quella privata, noi del Movimento Civico Sanità e Territorio lo sappiamo e lo denunciamo da molti anni. E sappiamo benissimo anche delle conseguenze nefaste che devono subire i cittadini, con le infinite disfunzioni sanitarie che ciò comporta. Ma quando si viene in contatto diretto con certe storie, quando le si vede negli occhi umidi delle persone e le si sente dal suono tremulo della loro voce, allora è tutta un’altra storia. – Inizia così una nota di Floriana Porretta, Presidente del Movimento Civico Sanità e Territorio, che aggiunge: Allora la lettura politica della realtà, che sempre ci sforziamo di fare, si fa concreta e diventa carne, vita vera, dolore palpabile; le liste d’attesa non sono più soltanto un problema burocratico da affrontare, ma diventano paura per il futuro, ansia, preoccupazione; i pellegrinaggi della salute non sono più soltanto la denuncia della disparità tra cittadini di aree diverse, ma sconvolgimento di molte vite con giorni tormentosi per il malato e per i suoi congiunti; la rinuncia alla cura non è più soltanto una vergogna intollerabile, ma la decadenza fisica della persona colpita, logorata inesorabilmente da quella malattia, altrimenti curabile, sotto gli occhi impotenti dei suoi cari, anche fino alla morte”.
La denuncia di un paziente diabetico
“Allora, quando si viene in contatto diretto con tutto questo, fa davvero un altro effetto. È quel che ci è accaduto, come ci accade spesso, ricevendo questa segnalazione da un diabetico (che parla anche per un altro suo compagno di sventura), che si è rivolto a noi del Movimento per trovare supporto. – Prosegue Porretta.
Così ci scrive il nostro amico. “Sono affetto da diabete mellito di tipo 1, una condizione cronica che richiede un monitoraggio costante e una gestione attenta dei livelli glicemici. Negli ultimi anni, grazie ai progressi della tecnologia, ho potuto migliorare in modo significativo la mia qualità di vita. L’utilizzo di un microinfusore insulinico ha rappresentato una svolta per me: ha permesso un controllo più preciso della glicemia, una maggiore flessibilità nella gestione quotidiana e, soprattutto, una vita più serena e autonoma. Il microinfusore, abbinato a sensori per il monitoraggio continuo della glicemia, mi ha aiutato a stabilizzare i valori glicemici e a regolare il mio stile di vita. Con questo supporto tecnologico, ho potuto affrontare la quotidianità con maggiore tranquillità, riducendo i rischi di ipoglicemie gravi e migliorando il mio benessere generale. Tuttavia, negli ultimi giorni, mi sono trovato costretto a tornare indietro. A causa della mancanza di materiale nella farmacia della ASL di Frosinone, ho dovuto sospendere l’utilizzo del microinfusore e tornare alle penne di insulina e agli stick glicemici. Una regressione forzata e inaccettabile, soprattutto considerando che dispongo di un piano terapeutico in corso di validità, che prevede esplicitamente la fornitura dei materiali di consumo necessari per l’utilizzo del microinfusore. Questa situazione non è solo frustrante, ma anche pericolosa. Tornare a una terapia meno precisa e più invasiva, come quella con penne e stick, comporta un aumento del rischio di squilibri glicemici, una maggiore difficoltà nella gestione quotidiana e un impatto significativo sulla qualità della vita. – Spiega il paziente.
È grave che la ASL di Frosinone non provveda all’acquisto e alla distribuzione dei materiali indispensabili per una terapia che non solo è più efficace, ma è anche raccomandata dalle linee guida internazionali per la gestione del diabete di tipo 1. Questo comportamento mette a rischio la salute dei pazienti e rappresenta una grave mancanza di rispetto verso chi, ogni giorno, combatte per mantenere l’equilibrio in una condizione cronica complessa. Chiedo con forza che venga fatta chiarezza su questa situazione e che vengano ripristinate al più presto le forniture necessarie. La tecnologia non è un lusso, ma una necessità per noi pazienti diabetici. Negarcela significa negarci il diritto a una vita dignitosa e in salute. È tempo che le istituzioni sanitarie si assumano la responsabilità di garantire continuità terapeutica e accesso ai dispositivi salvavita. La salute non può e non deve essere ostaggio della burocrazia”. – Conclude la lettera del paziente.
Dal Movimento Civico Sanità e Territorio, Porretta chiosa: “Cosa aggiungere a queste sue considerazioni? Che è una storia molto triste e dolorosa, ma per niente rara. E che da parte nostra daremo tutto il supporto necessario alla soluzione di questa vicenda, con l’impegno di continuare, ora più che mai, nella nostra lunga battaglia per la sanità pubblica, affinché nessuno debba più trovarsi in una tanto umiliante e angosciosa situazione”.