Sora – Dopo i casi di animali uccisi e lasciati sull’asfalto segnalati qualche giorno fa, un altro episodio simile si è verificato nella mattinata di oggi nella città volsca. Secondo quanto affermato da alcuni testimoni che si trovavano sul luogo al momento dell’incidente, un’auto che viaggiava a velocità sostenuta in via Trecce, poco dopo la chiesa di San Ciro, in direzione Sora, avrebbe investito un cagnolino per poi fuggire velocemente.
La bestiola travolta è un barboncino, di proprietà di una famiglia residente nella zona. Il peloso era scappato dall’abitazione e purtroppo è stato falciato e lasciato moribondo in strada. Alcuni passanti hanno immediatamente contattato un veterinario del comprensorio che si è recato subito sul posto, ma per il barboncino non c’è stato nulla da fare. Il cane è morto per strada.
Il conducente dell’automobile, dunque, non solo non si è fermato a verificare le condizioni dell’animale, ma ha accelerato dandosi a precipitosa fuga. Tutto ciò, però, sotto gli occhi di diversi passanti, pertanto non si esclude che possa essere stata notata la targa della vettura e che si possa procedere con una regolare denuncia.
Difatti, ricordiamo che, oltre ad essere un atto disumano e di profonda crudeltà gratuita, non è condannabile solo moralmente ma anche penalmente in quanto costituisce reato. L’articolo 544-bis del Codice penale prevede il reato di uccisione di animale – punito con la reclusione da quattro mesi a due anni – tutte le volte in cui viene procurata la morte dell’animale per crudeltà o senza necessità. Secondo la Cassazione, tale reato si può configurare non solo con una condotta attiva, ma anche passiva: tale è ad esempio quella di chi non presta soccorso al cane o gatto investito. Risultato: se è vero che l’omissione di soccorso dell’animale investito è solo un illecito amministrativo, qualora da ciò derivi la morte dell’animale stesso scatta il reato.