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Infermiere preso a pugni sul volto, terrore nel reparto di medicina del ‘Santa Scolastica’

Cassino - La rabbia di un paziente che rifiutava la terapia è esplosa ieri pomeriggio. Ospedale in affanno per carenza di barelle

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Un infermiere preso a pugni sul volto da un degente del reparto di medicina e pronto soccorso al collasso per carenza di barelle e posti letto. Una giornata da dimenticare quella vissuta ieri al ‘Santa Scolastica’ di Cassino dove tutti coloro che lavorano o sono costretti a dover transitare al pronto soccorso devono sopportare una situazione oramai senza controllo.

La mancanza di barelle, per il trasporto dei malati nei reparti e nei laboratori per gli accertamenti, ha fortemente penalizzato il flusso di coloro che arrivavano in cerca di aiuto e dei tanti autisti di ambulanze che sono stati fermi per ore in attesa di potersi vedere restituito l’importante strumento di lavoro. Un qualcosa di surreale ciò che si vive ogni giorno nello ospedale più importante del basso Lazio e con un bacino di utenza che abbraccia quattro province e due regioni, il Lazio e la Campania. Ma andiamo con ordine: nel reparto di medicina ieri pomeriggio un paziente, ricoverato da giorni, ha preso a pugni sul volto e sulla testa un infermiere che stava per somministrargli la terapia prescritta dai medici.

Un’aggressione selvaggia e inspiegabile che non ha avuto conseguenze peggiori solo grazie del tempestivo intervento di alcuni pazienti e del personale presente nel reparto. L’infermiere è stato trasportato al pronto soccorso dove è stato sottoposto anche a una tac. Un atto di inciviltà che si va ad aggiungere ai tanti avvenuti nelle scorse settimane sempre all’interno del ‘Santa Scolastica’ e sempre a danno del personale medico, infermieristico e ausiliare.

Una situazione oramai incontrollabile a cui si somma un altro fatto increscioso: la carenza di barelle al pronto soccorso. Degenti costretti a restare bloccati per ore sulle lettighe, in attesa di un posto letto, e gli equipaggi delle ambulanze fermi in attesa di potersi riappropriare del fondamentale strumento di soccorso. Come un cane che si morde la coda, questo accade ogni giorno al ‘Santa Scolastica’.

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