Incidenti di caccia, con la riapertura della stagione venatoria si riaccendono le polemiche

Fare Verde Provincia di Frosinone APS torna a chiedere l'istituzione del reato di omicidio venatorio. Le richieste alla Regione Lazio

La riapertura della stagione venatoria 2024/2025, dopo i morti e i feriti della stagione 2023/2024, ripropone il maggior rischio per gli ignari cittadini che vanno per i boschi in cerca di aria pulita, a fare passeggiate nelle strade di campagna o ad esercitare il proprio diritto sui terreni gravati dagli usi civici. A fronte dei cosiddetti “incidenti di caccia” è Fare Verde Provincia di Frosinone APS che torna a chiedere l’istituzione del reato di omicidio venatorio con le regole adottate per gli automobilisti che guidano in stato di ebrezza e/o sotto l’effetto di sostanze psicotrope. – Così in una nota la stessa Fare Verde.

“Una richiesta più che legittima alla luce degli oltre 200 decessi che ci sono stati in Italia dal 2008 al 2022 per gli incidenti di caccia e soprattutto dopo la decisione di incrementare l’azione venatoria al cinghiale e con essa l’uso di proiettili che, a grande distanza, possono uccidere o ferire gli esseri umani. A latere di ciò – prosegue la nota – ci vorrebbe la visita geriatrica obbligatoria per i cacciatori troppo anziani per capire se l’uso delle armi da fuoco possa provocare danni fisici che si possano ripercuotere economicamente sul SSN”.

La richiesta di Fare Verde alla Regione Lazio 

“Infine, la richiesta più che lecita che verrà inviata immediatamente alla Regione Lazio: gli ATC per evitare gli incidenti di caccia agli ignari cittadini devono pubblicare (con manifesti cartacei, sul web e sulla stampa) le mappe precise dei territori di caccia al cinghiale specificando le date e gli orari dell’azione venatoria. Sono gli ATC che devono trovare il modo di avvisare l’ignara popolazione del pericolo che corre nelle aree dove verrà esercitata la pericolosa caccia al cinghiale. – Proseguono da Fare Verde – I cacciatori che si professano difensori dell’ambiente, le lobby delle armi, insieme ai loro amici politici filo cacciatori pro-voto, sono una specie in via di estinzione ma nonostante ciò hanno già cagionato troppo danno tanto è vero che la Commissione Europea ha dovuto avviare ben   due procedure d’infrazione contro l’Italia dedicate ai cacciatori e all’attività venatoria.

La 2023_2187 per violazione del diritto dell’Unione. “Non conformità con la direttiva Uccelli direttiva 2009/147/CE e il regolamento REACH regolamento 1907/2006/CE modificato dal regolamento UE 2021/57 a seguito di modifiche introdotte nella normativa nazionale sulla caccia”. E la seconda procedura d’infrazione ,la 2023_2181, “per il mancato adempimento da parte della Repubblica italiana agli obblighi previsti dalla direttiva Habitat per quanto riguarda le catture accessorie di specie marine e di uccelli”. E’ il caso di dire che cacciatori, lobby delle armi e politici pro-voto sono molto poco attenti al rispetto dell’ambiente e della normativa europea. A tal proposito la nostra Associazione vuole ricordare che nell’arco di un decennio il nostro Paese è stato chiamato a versare oltre 800 milioni di euro a Bruxelles per le numerose violazioni della normativa europea.

Belli: “Gli italiani pagano le multe dell’Ue”

Il Dott. Marco Belli, presidente di Fare Verde Provincia di Frosinone APS, chiosa: “I cacciatori non perdono occasione di dire che tutelano l’ambiente e poi hanno causato, con i loro politici sodali, l’apertura di due procedure di infrazione europea nei confronti dell’Italia per aver violato il diritto dell’Unione in materia ambientale. In tutto questo marasma continuano a dire che sono bravi e che la caccia serve. Io direi che serve a far pagare agli italiani le multe dell’Unione Europea”.

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