Una scultura, un vaso, un pezzo di cornicione e persino una tartaruga: tutti oggetti piovuti dal cielo e diventati un’arma micidiale per sfortunati passanti. La cronaca archivia questi casi come tragica fatalità, incidenti inspiegabili, scherzi del destino. Insomma sono fatti eccezionali, rari che diventano notizia anche per questa loro cadenza inconsueta, non riconducibili a un qualche errore, colpa, malattia. Sono ‘motivati’ più che altro dalla così detta sfortuna (o diciamocelo, una vera sfiga) e- per fortuna- sono più unici che rari. Eppure, una veloce ‘giro’ nei motori di ricerca ci mostra come non siano poi così insoliti: ultimo in ordine di tempo, il decesso della giovane turista colpita alla testa da una scultura in onice a forma di elefante caduta dall’alto, mentre domenica scorsa passeggiava per i vicoli dei Quartieri spagnoli, a Napoli. E di incidente e fatalità si può parlare anche per il caso di Gioele Putzu– salito alla ribalta mediatica anche per il coinvolgimento ‘indiretto’ del noto cantante Fedez– il bambino di 10 anni morto pochi giorni prima di Chiara, sabato scorso, mentre giocava con i suoi amici in un campetto in provincia di Sassari. Gioele infatti è stato travolto dalla porta di calcio che gli sarebbe caduta addosso mentre correva, colpendolo al torace.
Due morti inspiegabili avvenute in pochi giorni
Aveva appena 10 anni, il bambino morto nel pomeriggio di sabato 14 settembre, mentre giocava nel campetto di calcio insieme ai suoi amici, nel quartiere San Nicola di Ozieri, in provincia di Sassari. Il piccolo è stato travolto dalla struttura della porta di difesa. Stando alle prime ricostruzioni, il bambino ci ha sbattuto violentemente contro. L’urto avrebbe poi provocato la caduta della porta di calcio che gli sarebbe caduta addosso mentre correva. Il bambino, colpito con violenza al torace, è rimasto a terra privo di sensi. L’allarme, dato dai compagni di gioco, è stato immediato. Insomma, insieme a quello della turista 30enne di Napoli, due incidenti a distanza di pochi giorni avvenuti in Italia.
Il mito di Eschilo, ucciso da una tartaruga
Tra realtà e leggenda, è comunque paradigmatica la morte del “padre della tragedia”, il drammaturgo greco Eschilo. Fu ucciso a 67 anni dalla caduta di una tartaruga sulla testa: sembra che l’aquila che la teneva stretta come preda, mentre era in volo, abbia scambiato la sua calvizie per un roccia e abbia cercato di usarla per rompere il guscio.
Da Praga a Firenze, il pericolo viene dal cielo
Più vicino nel tempo – e alla realtà – è invece l’incidente avvenuto a Praga appena lo scorso 8 agosto, quando una persona è morta, dopo essere stata colpita da un cornicione crollato alla fermata del tram, nel centro della capitale ceca. E ancora, a segnalare come le tragiche fatalità possano colpire i turisti nelle città d’arte, è l’episodio avvenuto a Firenze, nell’ottobre 2017: uno spagnolo di 52 anni, mentre stava visitando la chiesa di Santa Croce con la moglie, è stato colpito da un frammento della navata di pietra e per lui non c’è stato scampo.
Ancora più recente
Risale a ieri un intervento dei Vigili del Fuoco presso la stazione ferroviaria di Monza, dopo il crollo di una pensilina. Una porzione del solaio si è staccata e i calcinacci hanno colpito i passeggeri in attesa dei treni: un uomo di 34 anni è rimasto ferito e traferito in ospedale in codice giallo. Per fortuna non è in pericolo di vita. – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –