L’inchino della statua della Madonna davanti l’abitazione del boss Agostino Sangermano ha dato il via alle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che questa mattina si sono concluse con 25 arresti. Tra questi anche il cassinate Giovanni Marra, classe 1976.
A smantellare l’organizzazione e l’operatività del gruppo criminale, con base a San Paolo Belsito, in provincia di Napoli, sono stati i Carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna. I militari hanno portato alla luce gli interessi del clan nell’agro nolano e in una parte della provincia di Avellino. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il gruppo era particolarmente attivo nel settore delle estorsioni, con le modalità dell’imposizione della fornitura: obbligava numerosi commercianti della zona ad acquistare articoli caseari da aziende collegate alla cosca e imponeva agli imprenditori edili di rifornirsi da una sola rivendita di riferimento, anche questa riconducibile al clan.
Ma il controllo capillare del territorio avveniva anche tramite riciclaggio, prestiti ad usura e concorrenza illecita esercitata grazie alla forza di intimidazione dell’organizzazione criminale. Era il 2016 quando il potere del capoclan venne mostrato in una pubblica processione. E fu in quella circostanza che il parroco di San Paolo Belsito, don Fernando Russo, abbandonò la cerimonia religiosa.
Durante le attività i militari hanno dato esecuzione anche a un decreto di sequestro preventivo su immobili (terreni e fabbricati), società, autovetture e rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro.