Le fibrillazioni economiche degli ultimi mesi, a leggerle con la lente della demografia imprenditoriale, mostrano fattori di trascinamento pandemici che in termini aggregati si esplicitano in un inevitabile effetto sospensivo dell’intraprendenza imprenditoriale ed in una ripresa delle cessazioni; il fattore compensativo dell’edilizia sostenuta degli incentivi torna ad emergere, sebbene dimostri di contenere le incertezze normative e di mercato.
Gli esiti algebrici riferiti alla seconda porzione d’anno restituiscono su scala nazionale oltre 32mila unità aggiuntive, in ridimensionamento rispetto alla decisa accelerazione dello scorso anno (-30% sul II trimestre 2021); il che conferma i segnali emersi in apertura d’anno di un clima di maggiori incertezze che si è andato consolidando.
La composizione del saldo è l’esito di un rallentamento delle iscrizioni (-7% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno), che si mantengono il 10% inferiori ai valori pre-covid, mentre prosegue l’avanzamento delle cessazioni che, seppur in crescita rispetto al 2021 (6mila unità in più), si mantengono su valori contenuti in serie storica (-20% rispetto al secondo trimestre 2019), grazie alle linee di credito attivate con le garanzie pubbliche e alle moratorie sui prestiti. Tuttavia, occorre evidenziare che le attese di rialzo dei tassi di interesse connesse allo scenario inflattivo determinato dagli aumenti dei costi di gas, energia, materie prime e semilavorati rischiano di minare la capacità delle imprese di far fronte al costo del debito. Peraltro, tali misure attualmente sono in decalage e in attesa del via libera della Commissione europea per l’ulteriore proroga prevista nel decreto Aiuti.
Rispetto all’apertura d’anno, il Lazio si conferma ai vertici della graduatoria regionale, dietro alla sola Sardegna (+0,69% il tasso di crescita, a fronte del +0,54% nazionale), in quanto non interviene con altrettanta incisività del secondo trimestre dello scorso anno la stagionalità che tende ad alterare la geografia territoriale, favorendo i territori dove la componente turistico-ricettiva ha un peso significativo.
I numeri di Frosinone e Latina
Il bilancio nei territori di Frosinone e Latina è positivo per 605 imprese (a fronte delle 807 aggiuntive del secondo trimestre dello scorso anno) e si colloca al di sopra dei valori riferiti all’analogo periodo pre-covid (+537 unità il saldo riferito al secondo trimestre 2019). Di fatto a determinare tale differenziale è il frusinate, che mostra un saldo trimestrale migliore rispetto ai valori pre-pandemici effetto di cessazioni più contenute; mentre il turn-over in terra pontina tende a normalizzarsi, assestandosi sul bilancio targato 2019.
Rispetto al secondo quarto dello scorso anno, torna ad essere determinante il contributo delle costruzioni a tutti i livelli territoriali, sebbene le dinamiche risultino in rallentamento rispetto alla corsa dello scorso anno, con l’unica eccezione di Latina.
Il segmento turistico ricettivo pur beneficiando di una situazione pandemica nettamente migliore quanto all’allentamento delle misure restrittive rispetto allo scorso anno, mostra esiti territoriali alterni, per un bilancio in termini relativi più convincente nel frusinate (+0,81% la variazione dello stock, a fronte del +0,53% targato II trimestre 2021), mentre negli altri territori risulta in rallentamento.