“La Festa della Donna è l’occasione per fare il punto sulla condizione femminile a 360°, un universo a cui occorre, nonostante gli enormi progressi, ancora attenzione. Mentre c’è abbondanza di norme per promuovere l’occupazione e l’imprenditoria femminile, registriamo ancora che, concretamente, la loro efficacia è ridotta. L’ultimo report pubblicato da Global Perspectives&Solutions di Citi sottolinea come la parità di genere nelle imprese non solo aumenterebbe fino al 3% il Pil mondiale, ma porterebbe anche parecchie centinaia di milioni di posti di lavoro”. Lo dichiara Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, in occasione dell’8 marzo.
“In Italia sono più di 200.000 le imprese agricole condotte da donne, numerose le under 35, che rappresentano circa un terzo del totale. In generale, nel settore primario, a Sud si concentrano quasi 22 imprese ogni 100, nel Centro-Nord invece solo 11,7. Le imprese agricole femminili hanno sopportato meglio gli effetti derivanti dalla pandemia e il 28% ha aumentato il proprio fatturato rispetto al 20% delle imprese agricole non femminili.
Le imprenditrici associate a Confagricoltura Donna si contraddistinguono per l’alto tasso di scolarizzazione: due su tre sono laureate e svolgono attività innovative, come ad esempio l’utilizzo delle rilevazioni aeree via satellite, con i droni e le etichette parlanti, oltre a dimostrare una naturale propensione ad investire nel digitale e nel green”.
“L’agricoltura è nata nella preistoria grazie all’impegno delle donne – sottolinea Oddi Baglioni – e, secondo la FAO, se aumentasse la conduzione femminile delle aziende del settore nei Paesi in via di sviluppo crescerebbe del 30% anche la produzione, contribuendo alla sicurezza alimentare mondiale”.
Stando a questi dati, sostenere le imprese condotte da donne è un’azione intelligente per le conseguenze positive sul fronte sociale ed economico. “L’imprenditoria femminile agricola resta invece ancora troppo spesso invisibile – conclude la presidente di Confagricoltura Donna -. Il migliore augurio, in occasione dell’8 marzo, è che ci si renda realmente conto dell’apporto strategico delle donne in generale, e in agricoltura in particolare, perché sarà il fattore D a dare la spinta alla ripresa economica”.