‘Tradizione e appartenenza’, questo lo slogan che nella serata di ieri, 23 giugno, campeggiava fiero sul ponte di Napoli a Sora. Il motto di una comunità tornata alle sue radici e usanze per celebrare San Giovanni Battista. Centinaia di persone lungo il muraglione che cinge il fiume Liri in attesa dello storico ‘faone’, il suggestivo momento in cui il fuoco si incontra con l’acqua. E il fuoco è tornato ad ardere nella città volsca. E il fuoco dell’orgoglio è tornato a battere nel petto di ogni sorano presente all’evento. Mentre il tradizionale rogo del ‘faone’ bruciava l’allegorico pupazzo nel fiume, la folla fotografava, riprendeva in video, postava sui social. Era da tempo che non si vedeva per le strade sorane un simile afflusso di gente. Alle 21 erano tutti lì, a vedere il fuoco nascere dalle acque e sconfinare nel cielo. Un momento particolarmente sentito, durante cui è stato ricordato Donato Alviani, per gli amici ‘Donatone’, il 39enne sorano deceduto nel 2019 a 4 mesi dall’incidente che lo vide coinvolto il 24 giugno dello stesso anno. Uno dei tifosi storici del Sora Calcio e sempre attivo con i ragazzi di ‘Canceglie’ nell’organizzazione del tradizionale falò del 23 sera.
Dopo che le lingue di fuoco hanno divorato l’iconica ‘pupatta’, i festeggiamenti per San Giovanni Battista sono proseguiti con la rievocazione della ‘Comparanza’. Un rituale antico che ieri ha visto l’immersione delle mani in un recipiente con l’acqua del fiume a simboleggiare amicizia e sodalizio; si diventa, dunque, ‘compari di San Giovanni’. Nel passato, per diventare ‘compari’, i residenti di Canceglie battevano l’acqua giù al fiume con un bastone e si scambiavano i sassi, mentre negli altri quartieri, chi non aveva l’acqua usava i carboni ardenti del ‘faone’, passandoli di mano in mano e recitando il seguente ritornello:
“Chemmàre i chemmarèlle
Facìceme chemmàre
La notte e’ San Giovanni;
Tu me dà caccòsa a mé,
I’ te dònghe caccòsa a té!”
Origini e significato del ‘faone’
Accendere dei falò per celebrare San Giovanni Battista è una tradizione che perdura da moltissimo tempo. Rappresenta il massimo momento di unione tra il fuoco e l’acqua. E San Giovanni ne è l’espressione più alta. Nato 6 mesi prima di Gesù Cristo ne è considerato il precursore e fu battezzato nelle acque del Giordano. E’ anche l’ultimo profeta che annuncia il tempo della Redenzione e che persuade la gente alla conversione attraverso il battesimo. Per questa ragione è l’unico santo che viene commemorato nel giorno della sua nascita (24 giugno) e non in quello della sua morte. Quando la ‘pupatta’ viene incendiata, si celebra il simbolico ‘matrimonio’ tra acqua e fuoco, così come quello tra Sole e Luna.
Altri riti della notte di San Giovanni
Nella notte del 23 è usanza fare un falò delle vecchie erbe per purificare e propiziare un nuovo buon raccolto. Si usa battere l’acqua con un bastone per propiziare un abbondanza di pioggia per le coltivazioni. Altre usanze sono: comprare dell’aglio il giorno di San Giovanni porterà un anno prospero. Mangiare le lumache con tutte le corna (discordie e preoccupazioni) per distruggere le avversità. Raccogliere le noci ancora verdi per fare il nocino, perché gli alberi di noce sono quelli preferiti dalle streghe nei loro ‘sabba’. A mezzanotte del 23, si dice che raccogliere un ramo di felce e tenerlo in casa possa aumentare i guadagni. Saltare sul fuoco esprimendo un desiderio, invece, porterà cose nuove e positive nella vita. Scambiarsi con un amico dei carboni ardenti, sancirà l’unione chiamata “compari di San Giovanni” uniti nell’amicizia e fedeltà.
Il programma odierno dei festeggiamenti
Dopo il tradizionale ‘faone’ di ieri, dopo la ‘comparanza’, il mercatino delle erbe aromatiche, la messa e lo spettacolo della Kriminal Folk Band, oggi si continua con i festeggiamenti. Alle ore 17,30 la messa presso la chiesa di San Giovanni Battista, alle 21,30 si prosegue in piazza Cesare Baronio con il concerto della Original Slammer Band e alle 23.30 il ‘Ballo della Pupatta’ a Canceglie.