Passaggio di consegne tra il sindaco uscente, Nicola Ottaviani, e il sindaco neoeletto, Riccardo Mastrangeli. L’appuntamento è per oggi alle 11 a Palazzo Munari. Poi scatterà il conto alla rovescia per il varo della nuova giunta.
Un countdown che potrebbe essere più lungo del previsto. A prescindere dalle veline di facciata, all’insegna del ‘volemose bene’, la partita per il centrodestra appare piuttosto scivolosa. E rischia, già in questo primo scorcio di inizio legislatura, di trasformarsi in una sorta derby interno. Condito di calci e sgambetti.
Ad alzare troppo i toni, anche se in maniera velata, è il partito di Giorgia Meloni. Rivendica la fascia di vicesindaco e un assessorato, sulla base di un risultato elettorale sbandierato come una grande performance ma in realtà al di sotto delle aspettative: l’obiettivo di Fdi, così come più volte evidenziato nelle varie conferenze stampa, era il 20%. Così non è stato. I fratelli di Ruspandini sono pure alle prese con una serie di diatribe interne. Stando ai tam tam politici i nomi che intendono proporre a Mastrangeli sono quelli del portavoce cittadino Fabio Tagliaferri e dell’assessore alla polizia municipale Elisabetta Tozzi. Ma più di qualcuno storce il naso. A cominciare dal consigliere Sergio Crescenzi, primo tra gli eletti di FdI. A manifestare mal di pancia anche Marco Ferrara: rischia di restare fuori dall’assise se nessuno degli eletti andrà a ricoprire un ruolo in giunta.
A sbattere i pugni, sempre secondo rumors, è anche l’assessore uscente Massimiliano Tagliaferri. C’è chi sostiene che rivendichi un assessorato di peso, e chi dice che punti alla presidenza dell’assise civica. Non meno tranquilla la situazione in Forza Italia. Gli esponenti del partito di Berlusconi, che hanno rinunciato a candidare Adriano Piacentini alla carica di primo cittadino, pretendono rispetto. Ma non da Mastrangeli, bensì dagli alleati di coalizione. Ovvero da coloro che hanno deciso di giocare ad ‘asso pigliatutto’.
Sul piede di guerra anche Frosinone Capoluogo. Pasquale Cirillo ha un diavolo per capello. Nei vari incontri ha più volte ribadito che se non fosse stato per il suo senso di lealtà, unitamente a quello dei consiglieri Rotondi e Fagiolo, l’amministrazione Ottaviani avrebbe terminato la legislatura prima del termine. Più tranquilla, almeno per il momento, la situazione all’interno della Lega. Ma il fuoco, come dice un vecchio adagio, cova sempre sotto la cenere.