‘Il Cecchino’, un colpo non andato a segno: l’occasione mancata di Michele Placido

Il regista, al contrario del 'Cecchino' del titolo non colpisce con questo suo romanzo criminale in chiave francese

Un titolo che essenzialmente fa ben poca notizia, questo “Il Cecchino” di Michele Placido altro non è che il fulgido esempio di un autocompiacimento giocato sui toni del grigio e sull’appiattimento stilistico asservito al dizionario del predeterminato. Doveva essere il suo “Romanzo Criminale” d’oltralpe, un matrimonio italo – gallico, un polar con echi poliziotteschi, ma manca di un’anima anche vagamente originale e di un’ossatura che possa sostenere le notevoli ambizioni del suo cineasta. Ambizioni che presto crollano sulle esili gambe di una pellicola diretta diligentemente – questo sì – ma davvero semplicistica.

La trama

Il Capitano Mattei (Daniel Auteuil) è alle costole di una spietata banda di rapinatori che crede di aver incastrato. Non ha fatto però i conti con un misterioso cecchino che da un tetto colpisce i poliziotti, mettendo i malviventi in fuga. Il cecchino è Kaminski (Mathieu Kassovitz), il vero leader della banda. Tra i criminali c’è lo zingaro Nico (Luca Argentero), con la bella moglie Anna (Violante Placido), il quale resta ferito e viene curato da un medico corrotto e spacciatore. Inizia qui la discesa furiosa di quel cecchino che non sa più di chi fidarsi…

Un Placido che non colpisce nel segno

Dal mio canto, poco mi fido di questo Placido e del plot orchestrato da Denis Brusseaux e Cédric Melon, un intreccio squallido, amorale, violento e sadico, ma anche datato e prevedibile. ‘Il cecchino’ è un film plumbeo e crepuscolare, tanto nella trama quanto nella mise-en-scène. La Parigi fotografata da Arnaldo Catinari è grigia, fredda, fatta di marmi e acciaio, le campagne circostanti sono sempre caliginose, fosche. Se però in termini di confezione al film si possono fare ben poche obiezioni, le cose cambiano – e di molto – quando si scruta il quadro in maniera più ampia, o più ravvicinata. Un progetto nato per essere internazionale, che sin dalle prime battute dimostra che Placido conosce sì la materia da trattare, ma la restituzione finale non potrà convincere i più. Molto prima del termine già ci si aspetta il “come” e il “perché”, chiusi in aporie senza sbocchi e anche senza senso, se vogliamo. Non è per tormentare il regista, ma una delle poche cose davvero godibili, è l’interpretazione-scontro tra Auteuil e Kassovitz, sicuramente non compensata in maniera dignitosa dalle performance dei due italiani Argentero e Placido-figlia, ridotti a macchiette tremolanti stampate sull’assenza della pietà.

A dispetto dei soli 88 minuti di durata, il lungometraggio va piano, con un ritmo rallentato da esagerati ribaltamenti di fronte, appesantito da troppe figure che il regista non gestisce agevolmente. Vuole indagare troppi temi e così li lascia tutti nel sospeso. Troppi limiti per un film così scarno, due sottotrame mai disegnate adeguatamente, il ripiego su colpi di scena “telefonati” e davvero gratuiti, personaggi-clichè persino troppo luridi. Una massa amorfa questo “Le Guatteur”, che cerca la luce scavando nel territorio dell’horror e della mostruosità senza però arrivare alla fine del tunnel e consegnandosi alla platea come la più classica delle occasioni perdute. O, forse, come un colpo non andato a segno.

Dettagli

Titolo originale: Le Guetteur
Regia: Michele Placido
Sceneggiatura: Denis Brusseaux, Cédric Melon
Fotografia: Arnaldo Catinari
Cast: Daniel Auteuil, Mathieu Kassovitz, Olivier Gourmet, Francis Renaud, Nicolas Briançon, Jérôme Pouly, Violante Placido, Luca Argentero, Arly Jover, Christian Hecq, Sébastien Lagniez, Michele Placido

- Pubblicità -
Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli, giornalista pubblicista, specializzata in sport ma con una passione anche per musica, cinema, teatro ed arti. Ha collaborato per diversi anni con il quotidiano Ciociaria Oggi, sia per l'edizione cartacea che per il web nonché con il magazine di arti sceniche www.scenecontemporanee.it. Ha lavorato anche come speaker prima per Nuova Rete e poi per Radio Day, e presentatrice di eventi. Ha altresì curato gli uffici stampa della Argos Volley in serie A1 e A2 e del Sora Calcio.

CORRELATI
ALTRI ARTICOLI

“Sempre”, fuori il singolo esordio di Rossella Perticone: chi è la giovane artista di Fiuggi

Fiuggi - Un brano che segna l'inizio di un viaggio artistico intimo e potente uscito il 28 marzo. L'orgoglio della sua città

“Festival di musica sacra”, nel Lazio oltre 150 eventi: il calendario in provincia di Frosinone

Da aprile ad ottobre in Ciociaria tanti appuntamenti tutti gratuiti: da Cassino a Sora passando per la Certosa di Trisulti

Castrocielo si prepara alla III edizione della “Caccia alle Uova di Pasqua”

Il prossimo 5 aprile 2025, a partire dalle 14:30, il centro storico si trasformerà in un grande spazio di gioco e festa

“Cinquantasette giorni. Ti porto con me alla Casa di Paolo”, la nipote di Borsellino in Ciociaria

Doppio appuntamento con Roberta Gatani: giovedì 3 aprile da Sinestesia a Ceccano e venerdì 4 al Liceo Pietrobono di Alatri

“Gli Ambulanti di Forte dei Marmi®” tornano a Frosinone, domenica 6 aprile l’appuntamento

Le originali “boutique a cielo aperto” sono attese in via Aldo Moro, dalle 8.00 alle 19.00, con orario continuato anche in caso di maltempo

Teatro – I Commedianti del Cilindro sbancano con ‘Napoli Milionaria!’: incetta di premi e consensi

La compagnia di Broccostella, guidata dal regista Federico Mantova, ha conquistato pubblico e giuria alla rassegna “Al di là del raccordo”
- Pubblicità -

Condividi sui social

- Pubblicità -

Più letti

- Pubblicità -