Guerra in Ucraina, Mosca avverte l’Italia sulle conseguenze di nuove sanzioni: “Le sanzioni non sono una nostra scelta. Non vorremmo che la logica del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la “totale guerra finanziaria ed economica” alla Russia, trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili”. Lo ha affermato all’agenzia Ria Novosti Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo. “Ci aspettiamo che a Roma, come in altre capitali europee, tornino comunque in sé, ricordino gli interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e rispettose delle loro aspirazioni di politica estera”.
Il conflitto continua, Zelensky: tempo di colloqui di pace
Intanto il conflitto in Ucraina va avanti. Al ventiquattresimo giorno dall’inizio dell’invasione di Mosca, il presidente Volodymyr Zelensky posta nella notte un videomessaggio su Facebook e, rivolgendosi a Vladimir Putin, annuncia: “E’ tempo di colloqui di pace, senza indugio. Questa è l’unica possibilità per la Russia di ridurre i danni causati dai propri errori. È tempo di incontrarsi, è tempo di parlare, è tempo di ripristinare l’integrità territoriale e la giustizia per l’Ucraina. Altrimenti, le perdite della Russia saranno tali che il Paese impiegherà diverse generazioni per riprendersi”.
Poco prima, il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, aveva affermato che un incontro tra il presidente ucraino e il leader del Cremlino non sarebbe stato possibile senza prima il testo di un trattato: “Prima ancora di menzionare una riunione tra i due leader, le delegazioni di negoziatori devono preparare e concordare il testo di un trattato. Successivamente, il testo dovrebbe essere siglato dai ministri degli Esteri e approvato dai governi. Poi si potrà parlare di una possibilità di incontro tra i due presidenti”.
In attesa di trattati, negoziati e accordi di pace, in Ucraina si continua a morire. L’esercito russo ha annunciato ieri di essere riuscito ad entrare nel centro della città insieme alle truppe della “repubblica” separatista di Donetsk. La presa di Mariupol rappresenterebbe una svolta importante nella guerra e consentirebbe alla Russia di garantire la continuità territoriale tra le sue forze provenienti dalla Crimea annessa (sud) e le truppe del Donbass (est).