Guerra e caro energia frenano la vitalità del sistema produttivo. La forte crescita delle chiusure d’impresa e il rallentamento delle iscrizioni hanno determinato, nel terzo trimestre dell’anno, un saldo di sole 13.330 unità in più rispetto alla fine di giugno (contro i 22.258 dello stesso periodo del 2021), uno dei più bassi degli ultimi dieci anni. Il dato è emerso all’Assemblea di Unioncamere, a Padova. Come detto, il bilancio del trimestre è il risultato del rallentamento delle iscrizioni, in calo del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, e del forte rimbalzo delle cessazioni (il 13,3% in più rispetto all’estate dello scorso anno), cresciute sensibilmente dopo la brusca frenata del biennio della pandemia.
Complessivamente, al 30 settembre la base imprenditoriale del Paese può contare su 6.050.847 imprese, lo 0,22% in più rispetto alla fine di giugno di quest’anno (nel corrispondente trimestre del 2021 l’incremento trimestrale si era attestato a +0,36%).
La contrazione nella vitalità del sistema delle imprese – rivela Movimprese, l’analisi trimestrale sull’evoluzione del tessuto imprenditoriale condotta da Unioncamere e InfoCamere – ha interessato tutte le forme giuridiche, tutte le regioni e quasi tutti i settori di attività economica, ad eccezione della fornitura di energia (tutti i dati sono disponibili all’indirizzo www.infocamere.it/Movimprese).
“Nonostante la crisi pandemica, il Sistema Italia ha mostrato di essere sano e di sapere reagire. Ma crisi energetica e inflazione rischiano di bloccare la ripresa. I dati ci dicono che il tessuto imprenditoriale mostra segni di stanchezza e rallenta la voglia di fare impresa degli italiani”. Questo il commento del Presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Le iscrizioni del terzo trimestre, per la prima volta sotto quota 60mila – segnala Prete – sono le più basse degli ultimi 20 anni (a parità di periodo). Ma il tessuto imprenditoriale nel complesso continua a tenere e anzi, tra luglio e settembre, il saldo resta positivo”.
Territori
Al netto della Sicilia e del Molise, uniche tra le venti regioni italiane in “stallo demografico”, nel terzo trimestre tutte le altre hanno fatto segnare bilanci positivi – anche se in riduzione rispetto al 2021 – tra aperture e chiusure di imprese. In termini assoluti, la regione leader è stata la Lombardia con 3.104 imprese in più rispetto al giugno scorso, seguita da Lazio (+2.015), Campania (+1.578) e Puglia (+1.351). In termini relativi, invece (al netto della piccola Valle d’Aosta con +0,46%) meglio di tutte ha fatto la Puglia (+0,35%), seguita da Trentino Alto Adige (+034), Lazio (+0,33) e Lombardia (+0,32).
Nel complesso, il Nord-Ovest ha fatto segnare il rallentamento meno marcato (+0,25% contro +0,37 dell’estate 2021) mentre il Mezzogiorno ha visto dimezzata la velocità di crescita della propria base imprenditoriale (dallo 0,4% di dodici mesi fa allo 0,2 di quest’anno).
Forme giuridiche
Come di consueto, la quasi totalità del saldo (il 92,7%) è frutto della crescita delle società di capitali, da tempo la forma giuridica più dinamica e comunque anch’essa interessata dal rallentamento generale della vitalità d’impresa (con il tasso di crescita trimestrale passato dallo 0,73% del 2021 allo 0,67 di quest’anno). Da segnalare il bilancio negativo delle società di persone (-1.144 imprese pari a -0,12%), in aumento rispetto al dato già negativo di un anno fa.
Settori
La crescita del trimestre – pur contenuta – interessa tutto il tessuto produttivo ad eccezione di commercio, agricoltura e manifatturiero che segnalano una sostanziale immobilità del proprio perimetro (le rispettive variazioni trimestrali dello stock di imprese si fermano al di sotto dello 0,1%). In termini relativi, il dinamismo più marcato si registra nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+1,14% nel trimestre, in linea con il corrispondente dato 2021, pari a un aumento assoluto di 2.704 unità). Sopra la soglia di crescita dell’1% e stabile rispetto a dodici mesi fa anche il settore delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+1,03% e 833 imprese in più nel trimestre estivo).
Le elaborazioni Osserfare sui dati Movimprese III Trimestre 2022 – Camera di Commercio Frosinone Latina
“La combinazione della corsa dei prezzi energetici e delle materie prime e del rialzo del tassi di interesse sta generando il previsto avvitamento dell’economia reale che, superato l’effetto di trascinamento della crescita acquisita in precedenza e della continuità aziendale mantenuta anche con marginalità negative, si sta esaurendo in concomitanza con la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie connessa alle dinamiche inflattive che frenano i consumi ed erodono i risparmi. Il clima di maggiore incertezza e di rallentamento, che i principali indici economici stanno certificando e che con sempre maggiore convergenza prefigurano una recessione alle porte, mostrano segnali indiscutibili di un trend al ribasso anche in termini di demografia imprenditoriale.
Gli esiti algebrici riferiti alla terza porzione d’anno restituiscono su scala nazionale appena 13mila e 330 unità aggiuntive, in deciso ridimensionamento rispetto alle risultanze dello scorso anno (-40% sul III trimestre 2021) ed in continuità con quanto emerso già nel trimestre precedente. Al riguardo, occorre evidenziare che per consuetudine il periodo estivo genera un minor numero di iscrizioni rispetto agli altri quarti dell’anno; peraltro l’ultimo decennio è stato prevalentemente caratterizzato dal rallentamento della natalità imprenditoriale riferita al terzo trimestre. Tuttavia, negli ultimi due anni, tale fenomeno ha registrato una netta accentuazione.
La composizione del saldo è l’esito del sopra descritto rallentamento delle iscrizioni (-6% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) e dell’ulteriore avanzamento delle cessazioni che, seppur in crescita rispetto al 2021 (oltre 5mila unità in più), si mantengono su valori contenuti in serie storica (-15% rispetto al terzo trimestre 2019).
Nella graduatoria regionale per tasso di crescita, che mostra una minore variabilità delle performance, ossia una minore dispersione degli esiti, il Lazio si colloca al 4° posto (+0,33% il tasso di crescita, a fronte del +0,22% nazionale), dietro Puglia e Trentino per una misura frazionaria e alla Valle D’Aosta, la sola a mostrare un distacco più consistente in termini percentuali (+0,46% la crescita).
Bilancio Frosinone Latina
Il bilancio nei territori di Frosinone e Latina è positivo per 277 imprese (a fronte delle 412 aggiuntive del terzo trimestre dello scorso anno, -30% in termini relativi) e si colloca in linea con i valori riferiti all’analogo periodo pre-covid (+271 unità il saldo del terzo trimestre del 2019). La performance più contenuta rispetto alla scorsa estate è condivisa da entrambi i territori, con una maggiore accentuazione nel frusinate, per effetto dalla più evidente ripresa delle cessazioni (+14%, in linea con i valori regionali e nazionali), mentre in terra pontina non emerge uno scostamento significativo.
Rispetto al terzo quarto dello scorso anno, si conferma il ridimensionamento del fattore compensativo dell’edilizia, in ragione delle perduranti incertezze normative e delle frizioni crescenti di mercato. Il segmento turistico ricettivo, pur beneficiando del miglioramento dei flussi di turisti, mostra un rallentamento diffuso a tutti i livelli territoriali, che risulta meno significativo in terra pontina (+0,83% la variazione dello stock, a fronte del +0,99% targato III trimestre 2021).