L’anno scorso Vivek Murhy, responsabile della salute pubblica dell’amministrazione Biden, aveva sollevato l’attenzione su quanto i social potessero provocare depressione ed ansia ai bambini. Il recente ottobre la società Meta di Mark Zuckerberg, a cui fanno capo Facebook ed Instagram, era finita nel mirino di 41 Stati Americani che hanno accusato le piattaforme di «interferire sull’istruzione e la vita di tutti i giorni dei giovani». Adesso è il sindaco di New York a puntare il dito contro i social, giudicandoli dannosi per la salute mentale, soprattutto dei giovanissimi, dei nostri bambini, dei nostri figli. Eric Adams, nel suo annuale discorso sullo State of the City, tuona «Non possiamo stare a guardare e consentire a Big Tech di monetizzare sulla privacy dei nostri figli mettendo a rischio la loro salute mentale». Una posizione netta quella del sindaco Adams, il quale dichiara guerra ai social «Così come è stato fatto con il tabacco e le pistole, tratteremo i social come un altro pericolo per la salute pubblica e ci assicureremo che le società tecnologiche si assumano la responsabilità dei loro prodotti» aggiungendo «I social media sono come una tossina ambientale».
Si attende che Adams adotti misure rigide in tal senso: prima di lui Michael Bloomberg, primo cittadino della Grande Mela, aveva vietato i telefonini nelle scuole pubbliche. Una legge mandata in pensione dal successore Bill de Blasio, che la bollò come antiquata. In attesa delle disposizioni ufficiali del sindaco di New York si invitano i genitori ad un uso salutare dei social da parte dei rispettivi figli, vietandone l’accesso almeno fino a 14 anni e con regole specifiche. Alle autorità statali e federali si chiede di proteggere i giovani dalle “pratiche predatorie” con politiche più mirate e stringenti.
Come si pongono le famiglie? Forse non ci rendiamo conto ma il vero “danno” è proprio l’atteggiamento di superficialità ed indifferenza delle stesse famiglie rispetto all’educazione dei figli: siamo consapevoli che i nostri ragazzi passano più tempo con gli influencer e non con mamma e papà? I genitori si sono lasciati sostituire dai TikToker e correre ai ripari non è facile. E forse anche l’Italia dovrebbe cominciare ad esaminare seriamente la questione.