101 anni ed ancora festa grande nella giornata del 26 maggio presso l’abitazione dell’Appuntato dei Carabinieri Giuseppe Petricca nel Comune di Pescosolido. A festeggiarlo, insieme ai familiari, alle autorità comunali, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Frosinone, Col. Gabriele Mattioli, accompagnato dal Cap. Domenico Cavallo, Comandante della Compagnia di Sora, ed i Comandanti delle Stazioni di Sora, Bruno Avitabile, e di Vicalvi, Claudio Corsetti.
Una bella festa quella condivisa con il “collega” Petricca che ha ancora bene in mente i momenti del servizio attivo che ha raccontato con meticolosa lucidità al Colonnello Mattioli. Grande l’emozione che ha pervaso tutti i presenti al festeggiamento, conclusosi con il rituale taglio della torta e con la consegna, da parte dell’alto ufficiale, di un dono inviato direttamente dal Comandante Generale dell’Arma, il Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi.
Non semplicemente una ricorrenza, ha sottolineato il Colonnello Gabriele Mattioli, ma la volontà di cingere in un abbraccio fraterno chi ha portato con onore l’Uniforme dei Carabinieri in tempi sicuramente più difficili dei nostri, ed ha trovato nei valori che essa incarnava, ed incarna, motivazioni e virtù che lo hanno accompagnato per la vita.
Gli anni nell’Arma e la prigionia
Nato a Sora il 26 maggio del 1923, l’Appuntato Petricca Giuseppe è figlio di Pietro ed Alati Mariagrazia. Dopo un’infanzia in famiglia, nel corso della quale consegue la licenza elementare, quasi a 19 anni, l’11 maggio del 1942, in pieno secondo conflitto mondiale si arruola nell’Arma dei Carabinieri, quale Carabiniere a Piedi. Tra i documenti, gelosamente ancora in suo possesso, troviamo il suo numero di matricola, 43726. Nell’agosto del 1942, dopo aver conseguito anche l’abilitazione di autista di automezzi, viene inviato in Albania con il gruppo Skutari dove rimane fino alla firma dell’armistizio. Immediatamente dopo, con i suoi commilitoni, viene catturato dalle truppe tedesche e portato in Germania in un campo di reclusione. È proprio Giuseppe, infatti, che ci tiene a sottolineare che il suo luogo di detenzione era molto diverso da un Lager, e lo dice con la voce malinconica pensando al triste destino delle migliaia di persone deportate proprio in quel posto. Viene liberato l’8 maggio del 1945 dalle truppe alleate e rientra in Italia nel luglio successivo. Giunto in Italia viene destinato in Trentino Alto Adige, in particolare in quello che era all’epoca il Comando Legione Carabinieri di Bolzano, dove viene impiegato in alcune Stazioni del territorio. Nel 1950 arriva il suo trasferimento alla Legione Carabinieri di Ancona e, nel 1963, viene trasferito al Comando Legione Carabinieri Lazio, in particolare alle Stazioni di Castro dei Volsci, Ripi e Torrice, che ha anche comandato per lungo tempo, fino al 1970 quando il 30 settembre viene collocato in congedo. E’ stato decorato con la Croce al Merito di Guerra, per la partecipazione al secondo conflitto mondiale, decorazione che gli viene concessa anche una seconda volta nel giugno del 1956 per la detenzione in Germania dopo l’8 settembre 1943.
Fedele, da sempre, ai valori della Patria l’ha servita per decenni, prendendosi cura dei tanti cittadini che gli sono stati affidati nei vari comandi in cui ha prestato servizio. Un uomo semplice ma fiero, gentile ed accogliente, avvolto dall’affetto dei suoi familiari, che nel racconto ancora chiarissimo della sua storia riesce a suscitare grande ammirazione. Una giornata felice, quella vissuta a Pescosolido, dai militari dell’Arma, conclusasi con un bellissimo taglio di torta ed un brindisi.