Giudizio immediato per i Toson, i familiari di Thomas Bricca: “Tutti i colpevoli devono pagare”

Alatri - Dopo la decisione del GIP, lo zio di Thomas si è lasciato andare ad un lungo commento anche a nome di Federica Sabellico

Alatri – Giudizio immediato per Roberto e Mattia Toson. Il GIP del Tribunale di Frosinone ha accolto la richiesta formulata dalla Procura. Si andrà davanti alla Corte d’Assise il prossimo 2 febbraio. Almeno che la difesa dei Toson decida di non affrontare il giudizio della giuria popolare della Corte d’Assise, chiedendo il giudizio abbreviato. I legali di padre e figlio accusati di essere i responsabili dell’omicidio di Thomas Bricca hanno, infatti, 15 giorni di tempo per farlo.

La decisione del GIP, intanto, è stata accolta come un segnale forte e positivo da parte dei familiari del diciannovenne freddato con un colpo di pistola alla testa lo scorso 30 gennaio. Lo zio di Thomas, Lorenzo Sabellico, si è lasciato andare ad un lungo commento con la nostra redazione. Ha parlato anche a nome della sorella Federica, la mamma di Thomas. Difficile contenere le emozioni. Difficile trovare la forza per sopravvivere a tanta sofferenza. Eppure questa famiglia, da quasi dieci mesi, è riuscita a dimostrare un profondo senso di dignità. Nulla riporterà indietro Thomas ma, come evidenziato da Lorenzo Sabellico: “Da tutto questo dolore dovrà nascere qualcosa di buono”.

“Nessuna vendetta ma tutti i colpevoli paghino il loro conto con la giustizia”

È un fiume in piena Lorenzo Sabellico, quasi come se la notizia del giudizio immediato gli avesse dato ancor più forza di lottare, di sperare: “È stato come ricevere una boccata d’ossigeno quando si rischia di soffocare – ha raccontato ai nostri microfoni – e mi faccio portavoce anche del pensiero di mia sorella Federica. Vuol dire che le prove che hanno in mano ed il quadro accusatorio sono solidi. Nonostante la nostra piena fiducia nelle istituzioni, c’è sempre il timore di poterseli ritrovare per strada dall’oggi al domani e questo è stato un segnale importante per noi. Seppur la giustizia dovrà fare il suo corso, noi continuiamo a credere fermamente che i colpevoli siano loro. Ma siamo oltremodo certi che ci siano ancora troppe persone libere di andarsene in giro. Persone che hanno avuto un ruolo chiave nell’omicidio di mio nipote, persone che hanno fiancheggiato, aiutato, coperto. Ed anche loro, i complici, dovranno pagare. Ci hanno strappato il cuore per sempre, non abbiamo più nulla da perdere. Non cerchiamo e non abbiamo mai cercato la vendetta ma solo quando tutti saranno condannati Thomas avrà finalmente la giustizia che merita. Anche tutte quelle persone che ‘hanno gettato cortine fumogene sulle indagini’ sono un pericolo per la comunità e per la parte sana della nostra società”.

“Sarà un Natale di speranza. Un inno alla vita”

In attesa del 2 febbraio e, ancor prima, del 19 dicembre, quando la Cassazione deciderà sull’istanza di scarcerazione avanzata dai legali dei Toson, i familiari di Thomas si apprestano a vivere il primo Natale senza il suo sorriso. Ma, come racconta lo stesso Lorenzo Sabellico: “Sarà un Natale diverso, questo sì. Noi, però, non vogliamo vivere della sua assenza ma della sua presenza. Lui è nei nostri cuori, è nella vicinanza di tutte le persone che si sono unite al nostro dolore per aiutarci a viverlo. Là fuori ci sono migliaia di altri ragazzi che hanno bisogno di aiuto e sostenere altre vite, ora che Thomas non c’è più, potrà trasformare tutto questo dolore in un inno alla vita. Con l’associazione “L’albero di Thomas” abbiamo ricevuto il sostegno di tantissimi cittadini, siamo entrati nelle scuole, abbiamo trasformato la rabbia in amore propositivo, abbiamo affidato ai giovani il nostro dolore, perché sopra queste macerie possano costruire qualcosa: come un albero che, dopo essere stato accudito, dona i suoi frutti. In tutti noi c’è la consapevolezza che la morte di Thomas sia stata una sconfitta ma la volontà di riscatto è tanta. La perdita di Thomas ha risvegliato l’intera comunità. Ora ci aspettiamo che anche la politica e le istituzioni facciano la loro parte. Non possono più continuare a far finta di non vedere. Oggi il contesto sociale è cambiato radicalmente, non ci sono più solo il quartiere problematico o il ragazzo problematico; il disagio è generalizzato e servono risposte concrete. Occorre creare una rete intorno ai nostri giovani, perché quanto accaduto a Thomas non si ripeta mai più. C’è la giustizia dei tribunali, che continuiamo ad attendere fiduciosi. E poi c’è quel senso di giustizia sociale, che ha un altro significato per la comunità, e che ad oggi continua a mancare”.

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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