La Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che ricade il 21 di marzo, tocca anche la provincia di Frosinone e in particolar modo la città di Cassino e la frazione di Caira. Qui, infatti, era nato e cresciuto il carabiniere Marino Fardelli, ucciso a poco più di venti anni dalla mafia siciliana. Questa mattina, una troupe della Rai in un reportage, ha raccontato la storia del giovane militare deceduto nella famigerata ‘Strage di Ciaculli’ avvenuta il 30 giugno del 1963 e nella quale morirono sette persone, tra militari e civili. Davanti al monumento che ricorda il sacrificio del Carabiniere Marino Fardelli è stata ribadita l’importanza della memoria e del ricordo con una intervista al nipote Marino Fardelli oggi Presidente nazionale dei Difensori civici italiani e Difensore Civico della Regione Lazio. Un momento di riflessione profonda e di rinnovato impegno nella lotta contro le mafie, che continuano a minare le fondamenta della nostra società.
“In questa giornata di commemorazione, giusto anche far emergere chiaramente il legame intrinseco tra la difesa civica e il tema della giustizia. La difesa civica non riguarda solo la protezione dei confini fisici di una comunità, ma anche la salvaguardia dei valori fondamentali di giustizia, equità e solidarietà – spiega Fardelli -. È un impegno costante e concreto per garantire un futuro migliore per le generazioni a venire. Oggi come familiare vittima di mafia e Difensore Civico cerco di mettere in primo piano come affermare la dignità umana e il contrasto di ogni forma di illegalità e sopraffazione. L’impegno della difesa civica si unisce al richiamo alla giustizia, promuovendo una società più equa e responsabile”.