Home Cronaca Frosinone, “vietato giocare”: la città che ha dimenticato i suoi bambini

Frosinone, “vietato giocare”: la città che ha dimenticato i suoi bambini

Nella rinnovata piazza Turriziani, è ormai noto il divieto di giocare a pallone. Ma allora quali sono gli spazi dedicati ai più piccoli?

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“Ah, da quando Baggio non gioca più, non è più domenica…”. Così canta Cesare Cremonini, ma a Frosinone alta la canzone cambia: da quando non giocano i bambini, non è più domenica. Anzi, qui sembra che la domenica non arrivi mai.

È sotto gli occhi di tutti: mancano spazi dedicati al gioco e alla socializzazione. Non stiamo parlando solo del divieto di giocare a pallone, con una sanzione prevista per chi non rispetta la regola — una decisione che, pur discutibile, si potrebbe anche accettare con qualche sforzo. No, il problema è ben più profondo. A Frosinone alta mancano del tutto luoghi dove i bambini possano semplicemente essere bambini. I giochi, quelli che una volta animavano piazze e parchi, sono spariti. Prendiamo come esempio Piazza Turriziani: trasformata, abbellita, certo. Ma a quale costo? I giochi che rendevano la piazza un luogo di svago e risate per i più piccoli sono stati eliminati, e con loro è svanita una parte dell’anima della città. Ora, chi ha un bambino e vive a Frosinone alta, si trova davanti a un dilemma: dove lo porta a giocare? La risposta, purtroppo, è semplice e amara. “Da nessuna parte”.

Il silenzio delle piazze: Frosinone e l’infanzia dimenticata

Il problema, però, non si limita solo a Frosinone alta. Anche nella parte bassa della città la situazione è desolante. Prendiamo il cosiddetto “sogno dello scalo”, vicino alla stazione: un progetto ambizioso, certo, ma che nella sua realizzazione ha dimenticato qualcosa di fondamentale. I giochi per i bambini. L’unico spazio che avrebbe potuto fungere da punto di ritrovo, la villa comunale, è invece il triste simbolo di anni di incuria e mancanza di investimenti con giochi vecchi e malandati. E, cosa ancor più grave, zero prospettive di rinnovamento. Come possiamo pensare di costruire una città a misura di nuove generazioni se ci dimentichiamo proprio di loro? Come possiamo, con un minimo di credibilità, sventolare promesse mirabolanti — università prestigiose che dovrebbero sorgere qui, mega progetti urbanistici — quando non siamo nemmeno capaci di installare due altalene e uno scivolo decenti? La verità è che i cittadini di Frosinone sono stanchi. Stanchi di vivere in una città che non ascolta, che non migliora, che si rifugia in promesse fumose anziché affrontare i problemi concreti.

Ripartire dai bambini: la vera rinascita di Frosinone

Serve una città che riscopra il valore della socializzazione, che incoraggi i bambini a stare insieme lontano dagli schermi. Spazi sicuri dove giocare, parchi curati, aree verdi dotate di attrezzature moderne: non è chiedere troppo. È il minimo. Dare ai bambini di Frosinone la possibilità di giocare, di crescere, di socializzare. Una città che ricomincia dal sorriso dei più piccoli è una città che può sperare di tornare a splendere.

Frosinone può tornare a essere una città viva solo se tornerà a pensare ai suoi bambini, al loro gioco, al loro futuro. Allora sì, che finalmente tornerà a essere domenica. Una domenica fatta di vita, di risate, e di speranza.

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