Serie A – A fine gara la conferenza stampa del tecnico del Frosinone, Eusebio Di Francesco.
La vittoria più importante finora?
“È la più importante solo perché è l’ultima ma credo che siano tutte importanti. Oggi voglio guardare la classifica, penso che 12 punti siano ottimo ma non ci dobbiamo accontentare ed abbassare la guardia ed è il primo messaggio che voglio mandare non solo a voi ma ai miei calciatori. È importante perché oggi avevo in campo una squadra giovanissima che è facile traduca sul campo il grande entusiasmo che ha dentro ma questo stesso entusiasmo non deve sfociare in presunzione ma in grande umiltà nel lavoro. Ripeto, è un messaggio che voglio inviare alla mia squadra”.
La grande duttilità del Frosinone.
“Duttilità certamente e scelte legate al tipo di avversario. Come dicevo ieri in conferenza stampa, noi non ci mettiamo mai a specchio ma cerchiamo di sfruttare al meglio quelle che sono le debolezze degli avversari ed anche la nostra forza. Alla fine ce la siamo un po’ complicata ma anche questo fa parte di un percorso di crescita perché non possiamo avere tutto e subito ma ci vuole la pazienza di far crescere questi ragazzi in alcuni momenti della gara attraverso le esperienze”.
Un singolo: Garritano.
“Luca era in dubbio fino a giovedi, poi l’ho provato venerdi e sabato e non ho esitato a metterlo in campo ma vi dico che avrei voluto schierarlo anche a Roma, poi ha avuto un problemino al polpaccio ed ho ritenuto di non rischiarlo. Gli devo fare i complimenti ma non per la partita bensì per l’atteggiamento che ha avuto sin dal primo giorno, per come si allena, perché vuole essere in campo a volte anche rischiando su sé stesso. Faccio i complimenti a lui e a tanti di questo gruppo, stanno dimostrando grande coesione. Prima o poi diventano protagonisti. Io dico che sono per la meritocrazia, sono per quelli che si allenano a mille all’ora. E in questa squadra tutti vanno al massimo. E tutti meriteranno.”.
La solita partita nella partita. E la migliore interna?
“Non lo so, penso solo che abbiamo fatto un‘ottima gara, nella quale abbiamo creato tanto ma serviva essere più lucidi. Abbiamo concesso qualche ripartenza al Verona ma ci sta tutto, quando una squadra vuole andare a prendere l’avversario sempre nella sua metà campo, quando una squadra è aggressiva come siamo noi. Nell’insieme sono contento, un po’ meno nel finale. Come diciamo, ci sono partite nelle partite e poi era diventata un po’ diversa la gara perché il Verona aveva messo altro tipo di attaccanti rispetto a quelli che aveva nel primo tempo”.
La prova di Turati: è quello che si dice un fattore?
“Il suo è un lavoro che si fa dall’inizio dell’anno, il suo è un percorso di crescita che non è ancora completato. Stefano è un portiere moderno. Deve solo imparare alcuni tempi di giocata, nel primo tempo lo lasciavano giocare e doveva sfruttare meglio questa sua capacità. Ma ricordiamoci anche che anno è, un 2001, che sta interpretando alla grande il suo ruolo. E di questo sono molto contento”.
La classifica dice: 8 punti sulla terz’ultima.
“Mi piace guardare in faccia la realtà ed è bellissima. Non voglio pensare ad altro. Purtroppo in passato ho pensato a tante altre cose che sono andate in un certo modo. Voglio che tutti si siano divertiti: oltre a me e la squadra anche gli splendidi tifosi. E’ questo il mio obiettivo”.
Renier, scelta ripagata? Esordio all’8.a…
“Ha esordito all’8.a perché era giusto che esordisse all’8.a giornata. Per poterlo portare a condizione ci sono voluto tanti allenamenti. Non l’ho fatto giocare a Roma, mi ha dato risposte positive anche come atteggiamento e voglia di esserci. Il mister guarda tutto e premia chi dimostra di volerci essere ed avere le qualità. Perché lui dopo il gol ha dimostrato di avere i piedi buoni. Non con grandissimo passo ma con il calcio ben chiaro in testa”.
A fine gara ha salutato l’arbitro…
“Ha fatto quello che doveva fare, la partita era finita e il Var stava valutando un episodio nella nostra area. Mi ha detto: partita finita, stiamo valutando questa cosa dopo il calcio d’angolo. Devo fare i complimenti all’arbitro, brava e di personalità. Mi è piaciuta la gestione della gara, differente da altre senza fare nomi, perché ha trattato tutti allo stesso modo”.
Il percorso di crescita di Soulé.
“Ha fatto gol oggi, cosa vogliamo dire? Gli ho promesso una cena a tutta la famiglia, ma quelli sono tanti. Ne ha sempre una carovana dietro, mi ha fregato alla grande stavolta (risata del mister, contagiosa in sala stampa). Gliele pago volentieri, lui e tutti gli altri sono motivo di grande orgoglio. Appena sono arrivato mi ha detto: mister, mi deve pagare la cena. Gli ho risposto: ma pensa a giocare. Comunque i talenti vanno esaltati e lui è un talento”.
Due settimane di lavoro e di recupero.
“Quando vivi questi momenti forse hai più voglia di giocare che di recuperare. Penso di portare tutti in condizione, anche quelli che hanno recuperato oggi ed erano fuori da un po’ di tempo. Alla ripresa affronteremo una squadra molto forte come il Bologna, che ha gamba ed ho organizzata. Sono contento di avere il tempo giusto per lavorare con tutti. In nazionale in effetti ho solo Oyono e Kvernadzde, gli altri preconvocati restano con noi”.
Il gol loro nel recupero, arrabbiato? E la vittoria: una rivincita?
“Io sono contento nel Frosinone. Giudico le persone, ho detto che il Verona per me fu un’esperienza non felice ma non ho mai fatto riferimento a fatti di calcio. Nel calcio possiamo sbagliare come nella vita ma bisogna essere uomini. E io sono sempre uomo. Detto questo non sono arrabbiato per il loro ma dispiaciuto. E quando l’arbitro mi ha detto che stava aspettando la decisione del Var è stato ancora peggio…”.