In ambienti dell’opposizione ma anche in aree della maggioranza si fa la conta dei “danni” dopo l’ultima seduta consiliare (prima del question time di ieri sera) in cui l’elezione dei vicepresidenti e dell’ufficio di presidenza ha fatto emergere problemi e veleni sotterranei. Per il sindaco Riccardo Mastrangeli è un’amara consolazione il fatto che alcuni nell’assise di Palazzo Munari ritengano che la sua consiliatura resti ben salda soprattutto perché il caos è talmente grande da sconsigliare qualsiasi tentativo di andare a più dure rese dei conti. Mentre la politica appare distante rispetto agli indecifrabili assetti che si vanno vagamente ridisegnando tra le varie liste presenti in assise. “Grazie al sindaco non esiste più il centrodestra a Frosinone, ha avvelenato i pozzi”: sbotta Pasquale Cirillo, leader di Forza Italia e fresco di elezione – a sorpresa – nell’ufficio di presidenza del Consiglio comunale. Eppure c’è chi ritiene che il primo cittadino con l’elezione a vice presidente del meloniano Marco Ferrara abbia superato il banco di prova della sua maggioranza. Ma due anni e mezzo fa la sua coalizione era forte di 22 voti: mentre oggi è ridotta nel migliore dei casi a 17. Quelli appunto ottenuti da Ferrara. Ma se si pensa che Norberto Venturi, come vicepresidente supplente, ha ricevuto 13 consensi e si considera che per Ferrara si sono espressi anche Andrea Turriziani, Claudio Caparrelli e Carlo Gagliardi provenienti dalle file opposte, si capisce come la partita abbia rischiato di finire addirittura 14 a 16 se non ci fossero stati i nuovi innesti nella coalizione di governo. Con tutto quel che ne sarebbe conseguito. Se poi avessero partecipato alla votazione anche Armando Papetti e Alessandra Mandarelli, nell’ipotesi di conferma dell’opposizione originaria, Venturi avrebbe addirittura potuto stravincere con 18 ipotetici voti. Oppure si sarebbe avvicinato a Ferrara con 15 consensi a 2 soli voti di scarto dalla maggioranza. Quindi il primo cittadino supera sì la sua prova di tenuta di governo ma lo fa, in fin dei conti, per il rotto della cuffia. E nonostante il fatto che le ore che hanno preceduto la seduta consiliare fossero state caratterizzate da una serie fittissima di telefonate di sponsorizzazione a favore di Ferrara, Francesca Chiappini (11 voti per l’elezione nella segreteria della presidenza) e Turriziani (che poi si è fermato a 8 voti ed è rimasto fuori dalla segreteria).
Prova di maggioranza superata per poco. Gruppo Marzi in ordine sparso
Va detto che la prova ha segnato una battuta d’arresto in maggioranza per la lista del vicesindaco Antonio Scaccia visto che per Francesca Chiappini non si è riusciti a confermare i 17 voti di Ferrara. Da questa differenza di consensi nasce il primo interrogativo che semina polemiche e diffidenze. Quanto al gruppo dell’ex sindaco Domenico Marzi (che ha personalmente votato per Norberto Venturi), c’è stata l’assenza di Mandarelli e Papetti non certo casuale da una parte e la scelta di Gagliardi di votare evidentemente in soccorso della maggioranza. L’elezione di Cirillo conferma invece un fronte di minoranza che in determinate circostanze può compattarsi: è quello che ha tenuto insieme per l’occasione Forza Italia (Cirillo e Maurizio Scaccia), ex lista Mastrangeli (Anselmo Pizzutelli e Mirabella), ex Lega (Bortone) e Pd (Angelo Pizzutelli, Cristofari e Venturi). “I miei 11 voti sono il risultato di una aggregazione da parte di colleghi con cui portiamo avanti delle tematiche amministrative e sono segno di credibilità e serietà. Voglio oggi ringraziarli ancora”, ha precisato Cirillo. Per il resto hanno lasciato il segno le telefonate del sindaco e della maggioranza per la campagna elettorale per l’ufficio di presidenza che non hanno raggiunto nessuno dei cinque del cosiddetto appoggio esterno e neppure i tre di Futura: circostanza che sembrerebbe definire una linea ormai profonda tra la maggioranza attuale e gli otto ex. “È la prova – commenta qualcuno a Palazzo Munari – che alla fine non sono stati gli 8 a scegliere di starsene all’opposizione ma sono stati più propriamente spinti in quella collocazione”.
Individuazione area per la moschea, incontro tra Imam e primo cittadino
Il question time di ieri sera è stato presieduto dal vicesindaco Antonio Scaccia. il capogruppo Pd Angelo Pizzutelli ha chiesto chiarimenti su vari aspetti della manutenzione ottenendo dall’assessore Angelo Retrosi informazioni sulle difficoltà tecniche legate ai primi due archi dei Piloni ma che non bloccheranno l’ultimazione dei lavori ormai imminente. L’assessora Simona Geralico ha invece riferito dello stato di attuazione delle Officine Municipali, intese non solo come uno spazio di coworking ma anche di orientamento professionale, supporto sociale, promozione del turismo locale. Prossime tappe saranno l’attivazione del baby parking e dei corsi con l’Università della terza età. Il capogruppo socialista Vincenzo Iacovissi ha sollevato una serie di questioni partendo dalla situazione del sottopasso di Corso Lazio che, ha risposto Retrosi, sarà presto illuminato. Iacovissi ha ricordato anche la mancata attivazione del semaforo pedonale di via Angelo Turriziani. Sollecitata l’adozione di app o comunque di strumenti digitali per pagare i parcheggi delle strisce blu da affiancare ai ticket cartacei. L’assessora Laura Vicano ha assicurato che si sta lavorando al progetto di digitalizzazione dei pagamenti insieme al nuovo comandante della Polizia locale. Un’altra interrogazione di Iacovissi sulla vicenda della moschea di via America Latina che da due anni attende una definizione amministrativa, ha dato lo spunto per ufficializzare la notizia che Imam e sindaco Mastrangeli si sono incontrati nei giorni scorsi proprio sull’individuazione di un luogo di culto per gli islamici. Sollecitata anche la messa in sicurezza della statua di Norberto Turriziani dopo l’ultimo danneggiamento subito nei giorni scorsi. L’assessora Rossella Testa ha sottolineato che per due atti vandalici gli autori sono stati immediatamente rintracciati grazie alla videosorveglianza. In ogni caso anche prima della riqualificazione della piazza si sono verificati atti vandalici contro la statua. Polemiche dure sulle risposte scritte alle interrogazioni – giunte ai diretti interessati e non a tutti i consiglieri comunali – tra Giovanni Bortone, Maria Antonietta Mirabella e Anselmo Pizzutelli da una parte e presidente del Consiglio comunale, Massimiliano Tagliaferri, dall’altra. “Lei impedisce ai consiglieri comuanali di esercitare la propria funzione”, ha scandito Anselmo Pizzutelli in uno degli alterchi più accesi. “Io cerco solo di fare rispettare le regole e lei non rispetta le regole, lei non ha la parola”, ha detto Tagliaferri subito dopo mentre Mirabella lo contestava. “Consigliere Bortone faccia il consigliere”, ha chiosato Tagliaferri all’indirizzo dell’ex esponente leghista che cercava di farsi ascoltare. “Lei non ha la parola”, stabiliva il presidente dell’assise. Poi Scaccia vs Anselmo Pizzutelli sui “grandi eventi” alla piazza dello Scalo. Poi scambio tra Armando Papetti e assessora Geralico sul museo d’arte smontato dalla Villa Comunale e destinato a Palazzo Munari.