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Frosinone – Sardellitti: “Mi hanno trattata da corpo estraneo e non m’è rimasto che andar via”

Parla l'ex assessora a Smart City e politiche giovanili: "Ho parlato in giunta ma non sono stata ascoltata". Vicina al gruppo Martino

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“Frosinone non è il Regno di nessuno, ma una città che desidera essere amministrata con competenza, umiltà e coraggio”. Alessandra Sardellitti, ex assessora comunale con delega a Smart City, Innovazione tecnologica, Politiche giovanili, Ufficio Europa, dimessasi lo scorso marzo e già consigliera di minoranza dal 5 luglio del 2017 al 12 giugno del 2022, è accorata perché tifa per una città più pulita ed efficiente, più che dispiaciuta per aver perso ogni ruolo politico e amministrativo.

  • Da ex componente della giunta Mastrangeli, avendo attenzionato le fibrillazioni in maggioranza che hanno accompagnato e seguito le sue dimissioni, cosa pensa della verifica della coalizione condotta dal sindaco?

“Che è basata su scelte fatte dal sindaco. All’inizio del percorso amministrativo alcune voci non sono state ascoltate, anzi sono state messe a tacere. Invece andavano comprese e accolte subito. Probabilmente non saremmo arrivati a questo punto”.

“Il rimpastino non basta, serve un intervento pesante sulla giunta”

  • Vuol dire che non pensa – come Mastrangeli – che il rimpastino possa effettivamente turare tutte le falle?

“Penso di no. Lui con i numeri potrà procedere oltre e perfino arrivare a fine mandato. Ma bisogna mettere mano in maniera un po’ più pesante alla giunta. Del resto l’esecutivo non corrisponde più ai gruppi consiliari che dovrebbero sostenerlo. Quando il consiglio non parla con la giunta e viceversa, si verifica uno scollamento evidente. Questa situazione non è nuova e si è materializzata subito, dall’inizio. Del resto se ti ritrovi con un gruppo di consiglieri che non sa niente di quel che si fa in esecutivo, qualcosa che non va c’è per forza”.

  • Eppure potremmo dire che Mastrangeli è salito un po’ su una macchina in corsa, nel senso che l’amministrazione Ottaviani alla fine ha cambiato essenzialmente conducente.

“Non è proprio così. Un po’ la qualità dei consiglieri è cambiata rispetto alla scorsa consiliatura. Oggi con un’opposizione assolutamente inesistente. La volta precedente, nonostante fossimo un blocco docile, non siamo mai arrivati in consiglio, come minoranza, senza sapere esattamente cosa fosse contenuto nelle delibere. Vedo che adesso l’opposizione presenzia le assemblee in maniera blanda e meno battagliera. Non si capisce se i vari esponenti di minoranza vogliono entrare in maggioranza o restarne appena fuori. Ma penso che l’opposizione debba fare l’opposizione. E questa capacità di marcare i confini in Consiglio comunale, Nicola Ottaviani ce l’aveva. Aveva un carattere diverso nei rapporti umani. Ed anche quello alla fine conta”.

“Caso video legato alla malafede di un componente di staff del sindaco”

  • Quale è stato il punto di rottura con l’amministrazione Mastrangeli? Perché nessuno pensa che il video del Ced finito alla stampa sia stata la ragione delle dimissioni.

“Solo uno stolto può collegare le mie dimissioni all’episodio del video del Ced, che peraltro è stato di aiuto alle indagini. La fuoriuscita di quelle immagini è legata alla malafede di un componente dello staff del primo cittadino e, quindi, è dipesa dal malfunzionamento della segreteria del sindaco e non certo del mio ufficio. La verità è che io sono stata sempre considerata come una figura esterna alla maggioranza di centrodestra. Malvista dal resto della giunta. Qualcuno ha avuto da ridire sul ballottaggio e sull’accordo con le liste di Vicano. Così mi hanno trattato da corpo estraneo. Però il mio, per la stessa natura delle deleghe che mi sono state assegnate, era un assessorato che necessariamente doveva andare a interloquire con gli altri, dovevo interagire coi i colleghi assessori. Ed invece non mi sono sentita parte della squadra negli atteggiamenti e nei fatti”.

  • Eppure il sindaco ha sempre speso parole di apprezzamento per il lavoro svolto, dolendosi per le dimissioni.

“Sarebbe stato difficile dire il contrario rispetto all’impegno profuso. Ma mi sarei voluta sentir dire: ‘lavori bene e tu devi restare al tuo posto’. Invece ho solo avvertito la mancanza di copertura politica, al di là del consigliere Vicano che mi reggeva quale sua rappresentante in giunta. Ho sentito traballare il mio incarico quando ho capito che non c’era sostegno neanche da parte del sindaco. L’assessore alla polizia locale, ad esempio, è rimasta a lungo lì grazie alla volontà del primo cittadino. Cosa che non è accaduta con me e, quindi, a quel punto non mi rimaneva che andare via”.

  • Dai suoi profili social emerge una amara ironia verso la situazione della città. Un modo per dire cose che prima non denunciava?

“No. E’ quello che dicevo anche prima. ‘Non posso parlare di smart city se non mi date una città accogliente e pulita – sostenevo -. La nostra città è invece sporca e manca di decoro’. Insomma non è che stessi zitta in giunta. Anzi l’ho ripetuto più volte. Ovvio che prima parlassi nelle sedi competenti ed oggi, da libera cittadina, posso anche utilizzare i social”.

Scollamento tra esecutivo e consiglio. Città sporca, senza decoro urbano

  • Si è notata la sua vicinanza al gruppo consiliare Petricca-Martino-Pallone, ancora senza rappresentanza in esecutivo. Qualcuno ha ventilato che scegliessero lei o che comunque lei possa influire sulla scelta del possibile assessore.

“Sarei una folle se solo dovessi pensare di tornare in giunta. E’ solo vero che sono vicina a loro tre che ritengo tutte persone perbene, impegnate a perseguire l’interesse collettivo della città. Non chiedono una rappresentanza in giunta. Anche se non avere un riferimento in giunta peserà. Di sicuro, ripeto, non voglio e non chiederò mai nessuna attività dentro l’attuale amministrazione comunale. Ritengo Petricca, Martino e Pallone le persone migliori che ci siano. Per questo non capisco quando c’è chi fa scrivere articoli a terze persone per sostenere che i tre sarebbero dei traditori dal punto di vista politico. Sono semplicemente persone che si occupano di ambiente, si sono presentate agli elettori sbandierando i temi che tutti conosciamo e non si poteva pensare che, una volta eletti, non sarebbero stati coerenti nell’insistere con le loro idee e con l’inseguire i loro obiettivi. Tant’è vero che se oggi il biodigestore è stato stoppato bisogna dire grazie alla loro fatica fisica e mentale oltre che fare un plauso al comitato di Selva dei Muli”.

  • Laura Vicano ora ricopre il posto in esecutivo che è stato suo: cosa ne pensa e cosa suggerirebbe alla neo amministratrice?

“Non suggerisco niente. Ha evidentemente le capacità per gestire quell’assessorato. Ma di sicuro il metodo di designazione è stato terribile. ‘Io consigliere papà, faccio entrare mia figlia’. Mai vista una cosa del genere. In un paese civile non si dovrebbe vedere. Peraltro parliamo di una persona mai vista neppure al comitato elettorale di Vicano e che non ha raccolto un voto per le liste del papà. Mi auguro che, comunque, possa portare qualcosa di positivo con la sua esperienza di vita all’amministrazione Mastrangeli”.

“Designazione padre-figlia Vicano, cosa mai vista in un paese civile”

  • Lei ha partecipato ad uno degli incontri pubblici del “gruppo dei cinque” sul Brt: è una mossa di avvicinamento ai consiglieri noti per il loro appoggio esterno o un primo passo per dare un contributo al progetto del bus rapid transit?

“Il ‘gruppo dei cinque’ sta investendo su un tema molto sensibile che ha presa sulla cittadinanza di Frosinone. Quello che riguarda il Brt ma anche le piste ciclabili. Sono a favore di tutta la mobilità sostenibile ma ritengo che si debba fare un cambio di passo. Prima di tutto la cittadinanza deve essere coinvolta. Non è che ti svegli la mattina e cambi il senso unico o al commerciante togli il doppio senso di circolazione. Un bar, ad esempio, con simili cambi nel traffico non avrebbe più motivo di esistere lungo una determinata strada. Il coinvolgimento di cittadini e commercianti evita, oltretutto, che i mezzi individuati diventino antipatici alla popolazione. Ribadisco, sono contro un modo di amministrare che taglia fuori cittadini e commercianti da una scelta rivoluzionaria per la città. La rende indigesta quando invece doveva essere accolta come un passo verso un futuro più sostenibile. Il Brt doveva essere spiegato, le azioni a favore degli automobilisti per invogliarli a lasciare la macchina dovevano essere rappresentate, i commercianti, che hanno la loro attività lungo il percorso, dovevano essere coinvolti. Invece noto che a marzo, quando mi sono dimessa, il progetto sul Brt era un altro. Nel frattempo ci sono stati cambiamenti. Su Via Marittima il percorso del bus rapid transit era previsto accanto alla pista ciclabile e ad una corsia per la circolazione, mentre restava una fila per i parcheggi. Oggi dove passerà il Brt e cosa resterà di parcheggi e pista ciclabile non l’ho capito io che guardo abitualmente gli atti, figuriamoci un cittadino normale”.

“Brt, da marzo progetto cambiato. Città e commercianti da coinvolgere”

  • Già si guarda alla prospettiva della consiliatura a venire, il centrosinistra resta frammentato. E un’alternativa al centrodestra non si intravede. Qual è la sua posizione?

“Sono rimasta favorevolmente stupita dalle parole di Marina Berlusconi sui diritti civili. Io la penso in quel modo ed anche per questo mi sento vicina ad Azione ed Italia Viva. Purtroppo le figure di Renzi e Calenda restano ingombranti. Ma la mia collocazione rimarrebbe quella”.

  • Al di là delle collocazioni politiche resta la necessità di assicurare un governo di qualità al capoluogo anche guardando oltre la conclusione dell’attuale fase amministrativa…

“Sono molto aperta a quel che accadrà, come lo sono sempre stata, perché non ho vincoli stringenti essendo donna di centro. Con Riccardo ho visto una qualità alta della persona. La squadra intorno non ha funzionato ma per me lui è una presenza di rilievo assoluto. Per l’aspetto amministrativo la persona è importante. Se ci saranno esponenti che io stimo agirò di conseguenza. Ma stavolta guarderò anche alla squadra che influenza, inevitabilmente, anche il sindaco. Vorrei che i cittadini votassero la qualità delle persone. La qualità di chi mandiamo al governo è decisiva. E quando il cittadino lo capirà, cambierà la prospettiva della stessa città”.

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