Forza Italia arriva a tre componenti nell’assemblea di Palazzo Munari avendo annunciato – all’indomani della seduta consiliare sul bilancio di previsione 2025 – di aver accolto “con grande soddisfazione l’ingresso del consigliere comunale di Frosinone Christian Alviani nel gruppo azzurro. La sua adesione – scrivono in una nota a firma congiunta la coordinatrice provinciale Rossella Chiusaroli, il capogruppo consiliare Maurizio Scaccia e il consigliere Pasquale Cirillo – rappresenta un segnale importante di fiducia nel progetto politico di Forza Italia, fondato su serietà, coerenza e visione per il futuro della città. Siamo certi che Christian Alviani, con la sua esperienza e il suo impegno, saprà dare un contributo prezioso al nostro lavoro, rafforzando la presenza e il ruolo del partito nel Consiglio comunale di Frosinone. A lui il più caloroso benvenuto da parte di tutta la comunità di Forza Italia”.

Dopo il passaggio nelle file degli azzurri dell’ex assessora Valentina Sementilli, raggiunge le file berlusconiane anche Alviani proveniente dal gruppo misto. Già durante la seduta consiliare di mercoledì scorso sia Fratelli d’Italia che il sindaco Riccardo Mastrangeli avevano lanciato segnali distensivi all’indirizzo di Scaccia e Cirillo, nonostante gli interventi dei due forzisti fossero stati estremamente duri, denunciando la morte della coalizione di centrodestra nel capoluogo. Ma a questo punto, si prevede già dalla prossima settimana, il sindaco dovrà dar corso al tavolo degli alleati che, oltre a far rientare in maggioranza Forza Italia, dovrà provvedere a stilare un programma di fine consiliatura mettendo in conto anche l’azzeramento della giunta municipale, da varare in versione ‘Mastrangeli bis’ sulla base dei nuovi rapporti di forza nella coalizione di governo. Due le questioni da risolvere: le richieste di Forza Italia ed i rapporti con la lista Marzi ormai in situazione di aperto appoggio esterno.
Per i forzisti un assessorato pronto, ma le richieste sarebbero per due
Mentre il caso Frosinone è ormai sul tavolo dei coordinatori regionali Paolo Trancassini (FdI), Claudio Fazzone (Fi e Davide Bordoni (Lega), Mastrangeli e meloniani del capoluogo puntano a sbrogliare da soli la matassa. Va subito chiarito che l’assessorato per Forza Italia è già pronto: si tratta di quello alla Polizia Locale che è stato di Maria Rosaria Rotondi. Se non fosse che gli azzurri aspirerebbero a due assessorati, il secondo sarebbe per la lista Frosinone Capoluogo di Cirillo. Ci sono poi due pregiudiziali: una più chiacchierata e una tenuta ancora abbastanza coperta. La prima è che gli azzurri non gradiscono la collaborazione dell’ex sindaco Domenico Marzi e dei suoi tre consiglieri eletti. Mentre FdI e sindaco sono per salvaguardare un patto, nato per mettere in sicurezza il governo della città, che primo cittadino e meloniani hanno seguito insieme, avallato e ratificato. La seconda condizione che pone FI per tornare in maggioranza riguarda la rimozione dell’assessore Adriano Piacentini (già coordinatore provinciale di FI e leader del partito nel capoluogo) che attualmente siede in esecutivo per designazione diretta di Mastrangeli. Ma il delegato al Bilancio è stato un punto fermo della situazione finanziaria del Comune capoluogo anche quando, in passato, ricopriva il ruolo di presidente della Commissione Bilancio. Insomma i conti li ha sempre tenuti sotto controllo lui – sia pur guardandoli con diverse angolature istituzionali – ed i risultati hanno soddisfatto sia Nicola Ottaviani prima che Mastrangeli oggi. Insomma al momento – e prima che la trattativa parta – le distanze tra Forza Italia e maggioranza appaiono considerevoli. Ma c’è necessità di giungere comunque ad una sintesi per evitare che il regionale dei tre partiti di centrodestra cali su Frosinone soluzioni magari poco gradite ma che riaffermino d’imperio l’unità della coalizione.
Il caso Marzi agita i duri e puri in un Pd azzerato in città e in provincia
Quanto all’ex sindaco Marzi, che ha spiegato in tutte le salse di aver dato una sponda (senza nulla chiedere in termini di assessorati) alla maggioranza di Mastrangeli per finalità esclusivamente amministrative e che la politica non c’entra, si ritrova di fronte ad alcuni malpancisti del Partito Democratico che vorrebbero chiederne l’espulsione dal partito. Per la verità la cosa appare abbastanza singolare visto che il Pd, a differenza dell’operazione realizzata da Marzi, ha raggiunto intese politiche al cento per cento in molte occasioni, dal governo della Provincia alla gestione comunale di città come Veroli, passando per la governance di enti intermedi e società partecipate. Senza contare i Comuni dove esponenti dem, con la scusa del civismo, gestiscono assessorati fianco a fianco con rappresentanti di Lega, FdI e Forza Italia. L’ala dei critici nei confronti di Marzi vede un esponente di spicco nell’ex consigliere comunale Stefano Pizzutelli (commercialista nella vita professionale) che ha ottenuto molti consensi dopo la pubblicazione di un post polemico sul suo profilo social usando argomentazioni ulteriori rispetto a quelle politiche a cui accennavamo: “Marzi, ma l’hai letto il bilancio – chiede polemicamente -?”
“Oppure i numeri sono una cosa volgare di cui non occuparsi, perché sono i massimi sistemi, un parcheggio qua, un’alienazione là, a farti passare in maggioranza? Io l’ho letto, esattamente come nei due anni precedenti, quando i tuoi consiglieri mi hanno mandato il bilancio per capire dove poter attaccare l’amministrazione di destra. Ah, i bei tempi andati. Hai letto quanto destina la destra per i giovani? Lo 0,08% del totale delle spese correnti. E al turismo? Lo 0,09%. Come pensano di far crescere questa città, con la passione vivente e con i dj set (che da soli costano più di quanto si destina per i giovani, per dire)? E hai visto le previsioni per i servizi sociali: per l’infanzia, spese previste per il 2025 -12,85% rispetto al 2024; nel 2026 e 2027 addirittura -34,07%. Per i soggetti a rischio di esclusione sociale, per il 2026 e 2027 un emblematico -64,01%. Chissà che ne pensa di queste riduzioni nelle spese sociali, chi si richiama sempre a valori religiosi, anche in sede di approvazione di bilancio. Quale modo migliore di occuparsi dei bisognosi che tagliare del 64% le spese a loro destinate? – si chiede con sarcasmo Stefano Pizzutelli -.
Stefano Pizzutelli: “Le ragioni di questa svolta potevi venire a raccontarcele”
“Mi rendo conto – aggiunge – di essere un piccolo contabile di campagna e che invece voi che siete stati folgorati sulla via della destra avete intravisto delle magnifiche sorti e progressive che a noi sono ignote. Sarebbe stato carino che invece di raccontarsi le ragioni di questa grande svolta allo specchio, fossi venuto a spiegarcele, a noi che ci siamo fatti un mazzo tanto, tre anni fa, per farti vincere, passando sopra ad interviste naif, ad assenze ai dibattiti, con l’obiettivo chiaro e preciso di guidare tutta un’altra città. Magari avremmo capito la strategia, l’obiettivo di lungo termine, le convergenze parallele. E invece ti bastava un misero parcheggio a via Ciamarra e potevi essere il capolista della Lista Mastrangeli…. In bocca al lupo a te e a quelli che, insieme a te, sono passati dalla parte di coloro per anni hanno detto che avevate creato, tu e il sindaco che ti ha seguito, una voragine nei conti del Comune – conclude Stefano Pizzutelli -, insieme a quelli che non sanno cosa è una retta quando definiscono il percorso di un bus, di quelli che stanno per tagliare anche del 64% i servizi sociali. Abbiamo militato per qualche mese nello stesso partito. Io ho chiesto la tua espulsione. Quando mi hai incontrato mi hai additato come un nemico. Ma non sono io ad aver cambiato idea. Io sono lo stesso che era un tuo consigliere comunale nel 1998, lo stesso che tu hai indicato nel 2017 come il candidato giusto per il centrosinistra, che nel 2022 ha dato alla coalizione tutti gli strumenti tecnici per controbattere la vecchia fake dei 50 milioni di debiti e per costruire una nuova città. Tu, io non so più chi sia”.
Al di là dell’asprezza delle argomentazioni di Stefano Pizzutelli resta il fatto che il Pd oggi non appare in grado certo di prendere in esame l’eventuale istanza di espulsione di Marzi. Nel capoluogo il circolo è azzerato dopo le dimissioni di Angelo Pizzutelli; non è stato ripristinato un gruppo dirigente e nominare una segreteria cittadina appare una missione impossibile. C’è poi il congresso provinciale congelato e finito in naftalina a livello di garanti nazionali dopo la figuraccia del tesseramento realizzato in parte con metodo che ha reso impossibile la tracciabilità delle iscrizioni e per questo è stato oggetto di ricorsi alle commissioni di garanzia. Altro capitolo ancora a zero è quello delle alleanze da costruire con i possibili alleati. Riassumendo: da qui a 2 anni nel capoluogo si torna al voto e lo stato del maggior partito di opposizione appare decisamente disastroso. Altro che scelte di Marzi.