Frosinone, il consiglio vota no al biodigestore. Il consiglio comunale di Frosinone, all’unanimità, ha espresso parere contrario rispetto alla realizzazione di un biodigestore, da parte di un proponente privato, in via Antonello da Messina, chiedendo inoltre alla Regione di sospendere e revocare ogni procedimento autorizzativo dell’impianto oltre che degli altri impianti che adottino tecnologie similari nell’area del Sin.
“Credo che il Consiglio abbia avuto la possibilità di leggere il parere tecnico negativo prodotto dall’ufficio comunale in merito alla realizzazione dell’impianto, che si ritiene potrebbe avere un impatto notevole dal punto di vista ambientale, in un’area a ridosso del casello autostradale, all’interno della zona del Sin della Valle del Sacco – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – L’ufficio tecnico del Comune di Frosinone ha evidenziato che si tratta di una zona, peraltro inclusa nella classificazione di “area boscata” e su terreni che ricadono in tutto o in parte in zona assoggettata a vincolo aeroportuale, e in cui sussiste anche il vincolo paesistico per la protezione dei corsi delle acque pubbliche. A ciò si aggiungano le perplessità riguardanti la viabilità (per il continuo passaggio di automezzi pesanti) e le emissioni odorigene in virtù della vicinanza delle abitazioni. Tali pareri sono stati rimessi alla valutazione derogatoria della Regione, che non può saltare a piè le pari le indicazioni che provengono dai cittadini e dai territori. Rispetto alle preoccupazioni espresse sotto tale profilo, il consiglio comunale, come previsto dal Tuel, non avrebbe prerogative autorizzative dirette.
Tuttavia, un’amministrazione che intenda affrontare le tematiche del territorio non può non occuparsi di una materia che va a incidere sulla salute pubblica. Le iniziative delle imprese e dei privati vanno sempre sostenute, perché producono sviluppo del tessuto economico e sociale, ma non possono prescindere dalla realizzazione dell’interesse pubblico. In provincia di Frosinone, da qualche tempo, sembra essersi scatenata una ‘rincorsa’ ai biodigestori – ha proseguito il sindaco Ottaviani – Eppure, quando sono state concepite e realizzate grandi iniziative di risanamento e di sostegno all’ambiente, anche nei decenni addietro, non vi sono stati enti sovraordinati che abbiano mostrato interesse effettivo alla tutela del territorio.
Crediamo che lo strumento dei biodigestori sia utile a completare il ciclo dei rifiuti, solo a certe condizioni e nel rispetto di alcuni parametri. Siamo tutti d’accordo, infatti, nell’affermare che la legge sul conferimento e trattamento dei rifiuti all’interno di ambiti ottimali, corrispondenti al territorio provinciale, sia corretta, mentre non ha senso lavorare e ospitare sul nostro territorio provinciale i rifiuti di mezza Italia. A ciò si aggiunga che la frazione di rifiuto organico prodotto dal Comune di Frosinone, anche secondo le indicazioni del privato, rappresenterebbe una percentuale inferiore al 10% di quella dei rifiuti organici lavorati all’interno del nuovo impianto, ammontante a circa 50.000 tonnellate annue e, dunque, ben al di sopra della necessità del fabbisogno territoriale, anche rispetto all’area vasta.
Oltre a ciò, va detto anche che quello del capoluogo non sarebbe l’unico impianto presente in provincia, dal momento che sono allo studio altri due impianti da installare in zona nord e uno a sud, come se, fatte le debite proporzioni, nel solo ambito territoriale della provincia fosse necessario smaltire i rifiuti di 3 milioni di persone. Ciò evidenzia la mancanza di programmazione adeguata da parte della Regione Lazio, come accaduto quando, 20 anni fa, disseminarono il nostro territorio delle discariche dei rifiuti provenienti da tutta Italia”.
La consulta dei sindaci del circondario di Frosinone, nella riunione a cui hanno partecipato, nelle scorse settimane, Nicola Ottaviani (sindaco di Frosinone); Roberto Caligiore (di Ceccano); Lucio Fiordalisio (di Patrica); Maurizio Cianfrocca (di Alatri); Alfonso Santangeli (di Torrice), oltre agli assessori Franco Martini (Ferentino) e Beniamino Iacobucci (Supino) e alla presidente della commissione ambiente del Comune capoluogo, Maria Rosaria Rotondi, si era già espressa negativamente circa la proposta della costruzione e messa in funzione dell’impianto.
La nota scientifica redatta dall’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente, infine, sottolinea le conseguenze ambientali e per la salute umana che la messa in esercizio dell’impianto comporterebbe, con gravi ricadute dal punto di vista pneumologico, cardiovascolare e neurovegetativo delle persone.